Case history


Maria Bietolini Maria Bietolini

Dal volume N° 32

Nome: a ciascuno il suo

SIGNIFICATO DEI BRAND TECNOLOGICI DALLA A ALLA Z


Il “naming”, cioè l’arte e il lavoro di creare il giusto nome per aziende e prodotti, segue spesso percorsi non così razionali o lineari. A volte su alcuni brand, anche famosissimi, resta perfino un alone di mistero.
Vedere cosa c’è dietro ai nomi dei principali marchi tecnologici è un esercizio interessante: li usiamo tutti i giorni, conosciamoli meglio!

Amazon: dalla favola, all’ambizione
La società nasce nel 1994 come Cadabra.com, dalla parola magica “abracadabra”: questo perché Jeff Bezos voleva che il suo sito funzionasse in modo così semplice e veloce da sembrare una magia. Il sito andò poi online nel 1995 con il nome di Amazon, dal Rio delle Amazzoni, uno dei fiumi più grandi del mondo: il nuovo nome doveva rappresentare le grandi ambizioni della compagnia (e del suo fondatore), che voleva portare letteralmente fiumi di prodotti ai suoi clienti.
C’è anche una versione non ufficiale: Bezos capì che Yahoo (all’epoca il più popolare motore di ricerca) ordinava i risultati in ordine alfabetico e quindi decise di usarne uno che iniziasse con la lettera A, per farsi trovare più facilmente.
Un’alternativa iniziale era Relentless.com, tanto che il dominio è stato registrato e ancora oggi esiste, reindirizzando i navigatori all’home page di Amazon. com – provare per credere!

Asus: le ali, come noi
La compagnia taiwanese, fondata nel 1989 da quattro ingegneri a Taiwan, specializzata in componenti hardware e accessori per computer e dal settembre del 2003 attiva anche nel mercato della telefonia mobile, ha attinto alla mitologia greca per battezzarsi, scegliendo il bel riferimento del cavallo alato Pegaso simbolo di ispirazione, conoscenza e altezza, cioè successo. L’azienda pare quindi aver voluto immedesimarsi in questa figura nella speranza di “poter volare sempre in alto” con ogni nuovo prodotto realizzato. Ma per essere visibile prima delle altre negli elenchi (cosa che, come abbiamo già visto con Apple e Amazon, evidentemente accomuna molte aziende!), ha tolto al termine originario Pegasus le prime tre lettere, dando vita al nome che tutti conosciamo.
In questa scelta, c’è una ulteriore componente: il nome è infatti anche un gioco di parole inglese, poiché può anche essere letto come la combinazione dei termini “as” e “us”, che letteralmente si traduce “come noi”, ma potrebbe anche voler dire
“Come gli Stati Uniti”, in riferimento al fatto che la compagnia non è statunitense.
(Questo caso è un ottimo esempio per capire quanta importanza, e quindi quanto lavoro, ci sia dietro una decisione fondamentale, ma semplice solo a posteriori).

BlackBerry: una tastiera succosa
Il marchio fu creato nel 1999 per gli smartphone prodotti dalla società canadese fondata dall’ingegnere elettrico Mihalis Lazarides, la Research In Motion (RIM). L’origine di questo nome è complessa: inizialmente quello ipotizzato era Leapfrog (versione anglo-americana del gioco della cavallina), siccome i suoi creatori speravano che il prodotto potesse “scavalcare” la concorrenza.
Il nome però non convinceva molto e così la seconda alternativa divenne Strawberry (fragola) per via dei tasti della tastiera full querty tipica di questi smartphone, che ricordavano la forma dei semini del frutto tipici al tatto. Ma “straw” suonava male e si optò dunque per la mora: ecco finalmente il “BlackBerry”.

Facebook: a ognuno la sua pagina
Il nome “libro delle facce”, come quasi tutti sanno grazie anche al film di David Fincher (The Social Network, 2010), prende spunto dall’elenco con nome e fotografia degli studenti che alcune università statunitensi distribuiscono all’inizio dell’anno per far conoscere le persone tra di loro. L’attività creata da Mark Zuckerberg è partita nel 2004, progettata per gli studenti dell’università di Harward, con il nome di thefacebook.com fino alla registrazione di Facebook.com nel 2005. Oggi è disponibile in oltre 70 lingue e nel febbraio 2014 ha festeggiato i suoi primi dieci anni con 1,23 miliardi di utenti attivi, diventando il primo servizio di rete sociale e il primo sito del mondo. Piaccia o no, Facebook ha cambiato e sta cambiando profondamente molti aspetti legati alla socializzazione e all’interazione tra individui, sul piano privato ma anche economico e commerciale.

Google: chi cerca, trova
Iniziamo con la pronuncia: gu:g(ə)l anche se in italiano viene spesso modificato in gugol. È un motore di ricerca per Internet, il più usato a oggi nel mondo, così popolare che in inglese è nato il verbo transitivo “to google”, col significato di
“fare una ricerca sul web”; e con lo stesso significato in tedesco è nato il verbo “googeln”. Anche noi con “googlare” indichiamo una ricerca: quella di noi stessi, del nostro nome, in rete (siamo sinceri: chi non si è mai googlato?).
Quando si dice un nome di successo! Ma come è nato? Inizialmente doveva chiamarsi BackRub (qualcosa tipo “massaggio sulla schiena”): ma per fortuna le cose sono andate diversamente… I due fondatori, Larry Page e Sergey Brin, in realtà volevano una parola che potesse rappresentare la capacità di organizzare l’immensa quantità di informazioni disponibili sul web, ma, evidentemente, avevano bisogno di un’iperbole. Decisero di usare il termine Googol, coniato dal
nipote del matematico statunitense Edward Kasner nel 1938, per riferirsi al numero rappresentato da 1 seguito da 100 zeri, che a Page e Brin sembrò una perfetta metafora della vastità del web. I due ragazzi avrebbero voluto chiamare il neonato motore di ricerca proprio Googol, ma al momento della registrazione, nel 1997, non sapendo come si scrivesse
esattamente decisero per “Google”. La loro collega a Standford li avvertì solo il giorno dopo dell’errore, ma il dominio era ormai registrato e lo lasciarono tale.
Il termine in inglese viene anche associato, con un doppio gioco di parole, a:
• goggles, cioè occhiali di protezione, perché il motore permette di esplorare la rete fino a “guardarla da vicino”;
• to goggle, cioè strabuzzare gli occhi, in senso di sorpresa per quanto si riesce a trovare.
Una particolarità di Google è che il suo caratteristico logo in homepage cambia sempre, per pura creatività e divertimento o per celebrare un avvenimento, una ricorrenza o un tema. Il logo può anche essere animato: in questo caso viene chiamato “doodle”.

HTC
Lo scopo iniziale di questa compagnia era portare sul mercato la combinazione di un cellulare con un assistente personale. Dietro il progetto c’è Cher Mi Wang (ora chairwoman), figlia di uno degli uomini più ricchi del Taiwan: nel 1997 fu lei a proporre una partnership con HT Cho e Peter Chou, dando vita alla HTC Corporation che è acronimo di High Tech Computer Corp, ma anche dei nomi dei fondatori.

Huawei
Il nome, in inglese pronunciato “huà uéi”, è la traslitterazione dei caratteri 华 (che significa cinese, ma può anche essere usato come aggettivo per indicare magnifico o splendido) e 为 (azione o conquista).
La combinazione dei due caratteri (Huawei) può essere tradotta in più modi: conquista, magnifica conquista, atto magnifico, o “la Cina è in grado”.
In questo caso ci fermiamo alle congetture, perché non ci sono dichiarazioni ufficiali sulla corretta interpretazione del nome.

Lenovo
Fondata nel 1984 come Legend Group Ltd e New Technology Developerm Incorporated, ha adottato il nome Lenovo nel 2003. Si tratta di un termine creato ad hoc, che fonde il “Le” di Legend con il “novo” dall’aggettivo latino novus, nuovo:
per suggerire, insomma, una nuova leggenda. Ambizioso? Dopo avere anche acquisito lo storico brand Motorola, Lenovo è già al terzo posto nel mercato mondiale dei tablet e il primo produttore di dispositivi mobili cinese.

LG
L’azienda sudcoreana nasce come Lak-Hui (da pronunciare ‘Lucky’) Chemical Industrial Corp. ed è leader nel settore della plastica. Poi crea GoldStar Co Ltd, produttrice di elettrodomestici di consumo e nel 1958 le due aziende si fondono, dando vita alla Lucky-GoldStar Corporation. Ma è solo nel 1995 che, per competere meglio sul mercato occidentale, la società viene ribattezzata con le due lettere del nome originario: ecco la LG. A sottolineare il brand c’è il claim nato dalle due lettere LG: “Life’s Good”, la vita è bella.

Microsoft: la macro azienda
Il suo nome è la “creativa” unione di microprocessor e software, a ribadire il fatto che l’azienda creava software per la microstrumentazione e i sistemi di telemetria di Altair 8800, uno dei primi microcomputer disponibili sul mercato (per la cronaca: 256 byte di Ram – decisamente un’altra era!). Bill Gates e Paul Allen avevano già fondato un’azienda insieme, col nome di Traf-O-Data, che creava report di ingegneria. Non aveva avuto successo e si erano quindi lanciati nel 1975 nell’avventura di Microsoft, che è andata decisamente meglio!

Nokia
All’inizio, è una segheria: infatti nel 1865 inizia come un impianto per la lavorazione del legno in Finlandia, presso le rapide Tammerkoski. Nel 1868 l’azienda aprì un nuovo sito produttivo dotato di centrale elettrica a poche miglia di distanza dalla città di Nokia, sul fiume Nokianvirta, che ha ispirato il nome Nokia nel 1871.
Il nome iniziò a essere usato anche dalla Società Finlandese della gomma, insediata lì vicino e interessata all’energia prodotta; le due società entrarono in una holding con la principale industria nazionale di cavi per il telefono e il telegrafo. Le tre realtà si fusero nel 1967, costituendo la Nokia Corporation. Oggi il brand è sotto l’egida di Microsoft Mobile.

Samsung
La parola è la traduzione di due ideogrammi coreani traducibili letteralmente in “Tre Stelle” (Sam Sung rispettivamente), probabilmente ispirati da due fonti: il Tre rappresenta potenza e perfezione, mentre la Stella è il simbolo di qualcosa di luminoso che dura per sempre.
Due curiosità: l’azienda è stata creata nel 1938 da Byung-Chull Lee, chairman e fondatore, con soli 30 mila won, cioè circa 20 euro; e all’inizio si occupava di esportazioni, vendendo alimentari.

Skype
Fondata nel 2003, voleva combinare in un unico termine “sky” (cielo) e peer-to-peer. Skyper era già in uso da un’altra realtà e quindi la scelta è caduta su Skype.

Sony
La società non voleva un acronimo o un nome descrittivo, ma una parola originale, che non esistesse prima ma che fosse facilmente pronunciabile in tutto il mondo: da questo briefing nacque Sony, che unisce il latino “sonus” (suono) e “sonny”, un termine dello slang americano che indica un giovane brillante.
Dal 2012, dopo l’acquisizione di Ericsson, è Sony Mobile Communications.

Twitter
Da un brainstorming sul nome era emersa la parola “twitch” (contrazione), che dava il senso di velocità ma aveva una connotazione negativa. Allora il fondatore Jack Dorsey guardando sul dizionario vide una parola accanto: “twitter”, cinguettio, che poteva rendere bene sia l’idea di comunicazione che di cosa veloce. Ma fu valutata la sua contrazione “twttr”, nome ispirato all’allora già fortunato Flickr e ai cinque caratteri di lunghezza dei numeri brevi per l’invio degli sms negli Usa. Per fortuna, qualcuno decise poi di renderlo più semplice con due vocali.

Yahoo!
David Filo e Jerry Yang dopo avere creato negli anni ’90 uno strumento per facilitare la ricerca sul web, la “Jerry’s guide to world wide web”, nel 1994 cambiarono il nome in “Yahoo!”, acronimo di “Yet Another Hierarchical Officious Oracle” (ancora un altro oracolo ufficioso strutturato gerarchicamente). L’ispirazione viene da I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift, in cui l’esploratore di mondi incontra una popolazione di bestie irrazionali e avide, chiamate appunto Yahoo.
Il punto esclamativo è stato invece una necessità: il marchio “Yahoo” era già depositato, occorreva una piccola modifica, e così ecco “Yahoo!”.

Wii
Nintendo ha battezzato Wii la sua consolle sulla base di una ricerca e uno studio: la parola Wii infatti si pronuncia come “we”, cioè noi in inglese, il che rende bene l’idea della socialità del gioco, inoltre non ha traduzioni in alcuna lingua. Questi due fattori rendono il nome davvero unico e universale.