Noi e gli altri


Valeria Tonella Valeria Tonella

Cene aziendali, stanno tornando

Ph: Wawawiwa design

La prima regola delle cene aziendali è non saltare le cene aziendali
Non trovate scuse per saltarle, anche se siete in rotta con qualche collega, il momento non è dei più buoni… a parte che sono più le critiche che vi attirerete se non ci andate, può sempre saltarne fuori qualcosa di positivo (conoscere meglio un collega con cui di solito non parlate, per esempio). Non cedete alla tentazione di dire che siete ammalati o che dovete aspettare a casa babbo Natale: ogni bugia che direte vi si ritorcerà contro (karma aziendale, badate). E mi raccomando, arrivate puntuali...


La seconda è essere pronti a tutto
Partite preparati psicologicamente verso questa esperienza: potrebbe essere illuminante o distruttiva. Potreste mangiare il bollito migliore del mondo o sorbirvi lo spettacolo del comico peggiore. Ci sono aziende che organizzano cene con delitto… per dire. Bene, in ogni caso assumete un atteggiamento zen: prendetela con spirito e adattatevi alle circostanze. Lamentarsi non servirà ad arrivare più in fretta alla fine, e non durerà poi così tanto. Come da punto 1, cercate di trovare l’aspetto positivo. Se non altro, poi, inizieranno le vacanze…


Posti nuovi
Se chi la organizza ha un po’ di buon senso, non rimarrete in azienda, ma andrete in una location “altra”. Magari scoprirete posticini che altrimenti vi sarebbe rimasti sconosciuti – da sfruttare per pranzi in famiglia o per portarci gli amici.


Apparecchiatevi
In ufficio avete il solito giacca, pantalone e scarpe basse? Alla cena aziendale potreste mostrarvi in una “veste” diversa e attirare del compiacimento. E sì, anche queste cose sono importanti. Fanno bene all’autostima.


Non parlate solo di lavoro
Verrà spontaneo, ma so che siete delle personcine interessanti; sfoggiate i vostri passatempi, quel corso di ballo appena iniziato, per esempio. “Uh, lo sai i compagni di corso?”. Non siete il vostro lavoro. Ripetete con me: “non sono il mio lavoro”. Avete un mare di cose “altre” da raccontare. Consiglio? Spaziate. Non parlate solo dei vostri figli o della macchina nuova o – peggio – dei contributi per la pensione… state sempre attenti a come reagisce l’altro. E, come da punto 1, fate che sia una conversazione, non un monologo.

Corollario: no ad argomenti “delicati”, tipo religione o politica. Ma questo non vale solo per le cene aziendali… su è quasi natale! Tenetevi allegri.

Corollario 2: cercate di essere di compagnia. Per quanto sia una cena di lavoro, evitate i musi lunghi. Fatelo, uno sforzo.

Corollario 3: spegnete quel telefono.


Non sarà team building, ma perché essere disfattisti?
Non esistono ancora ricerche che dimostrano l’effetto positivo delle cene aziendali sullo spirito di squadra: lo rafforzano? Forse sì, ma solo in gruppi già coesi, mi viene da dire. Non potete neanche pretendere che il discorso del capo area o quello del vostro responsabile risvegli in voi la motivazione come per magia. Sappiamo tutti che le cose sono più complicate. Ma è pur sempre un momento da condividere con le persone che vedete tutti i giorni. Ribadisco la regola aurea: tiratene fuori qualcosa di buono. Nei discorsi che verranno fatti a calice alzato potreste approfondire la conoscenza dell’azienda da un altro punto di vista, aver chiari altri obiettivi, semplicemente capire un po’ meglio lo spirito dell’organizzazione di cui fate parte. Già questo sarebbe un ottimo risultato.

E presentatevi anche a chi conoscete meno, uscite dal vostro reparto, ampliate i vostri orizzonti.