Noi e gli altri


Sebastiano Zanolli Sebastiano Zanolli

Dal volume N° 22

TI AUGURO DI AVERE PASSIONE

TRA LE LACRIME E LA FATICA, IL VENDITORE VIVE DI UNA CONVINZIONE, CHE DÀ UN SENSO A TUTTO IL VIAGGIO E AI PROBLEMI ALL’APPARENZA IMPOSSIBILI DA AFFRONTARE

 

Quando le cose si fanno serie, occorre passione.

Per questo ti auguro di averne tanta e di seguirla a lungo.

Nei grovigli di lacrime che inevitabilmente verserai per oliare problemi più grandi di quello che credi si possano mai affrontare, ti servirà la passione.

 

Ogni tanto mi chiedo come e quando ho capito che la passione serve più a te che tu a lei.

Forse l’ho compreso nelle botte nere che il bastone di chi ti comanda, senza averne capacità, ti lascia addosso, come un testimone muto della sua inadeguatezza.

In quei casi serve passione, come un unguento per gli ematomi.

Forse l’ho capito di notte, quando la testa ti cade sui libri, pesante come un ferro da stiro con cui tenti di lisciare le pieghe dell’ignoranza.

Lì ti serve passione, come una moka di caffè forte.

O magari è una convinzione che ho trovato allacciandomi le scarpe da corsa, la mattina presto, quando il fiato spesso come una nuvola di brina disegna un fumetto, nel quale intravedi le parole: “Ma chi te lo fa fare?”. In quei casi serve passione, come i tappi nelle orecchie dei marinai di Ulisse.

 

Sì, ti auguro di avere passione.

Che di gente che vive di tutto e si ammazza di niente, ce n’è già troppa.

Non è un augurio da niente.

Pesa un sacco.

La passione non viaggia sola ma in coppia: gira sempre a braccetto con la pena.

La pena, lo sforzo, la sofferenza. Si può chiamare in tanti modi la fatica di rimanere fedeli a se stessi, ma rimane che è difficile.

In quello scambio tra la sincerità dell’esistenza e il teatrino della vita, ci si gioca la faccia con cui affronteremo l’ultimo giorno che ci sarà dato da passare in terra.

Ti auguro di avere una faccia serena e di lasciare la perplessità di aver speso tutto lo spendibile in avventure non sue a chi non ha avuto il fegato. Per quelle persone l’espressione che avranno in fin di vita è probabilmente l’ultimo dei loro problemi.

 

La passione si cerca tra le righe non scritte e tra le parole non dette. Prima dei comandamenti e dopo i consigli, su sentieri tutti tuoi, fuori pista, senza cartelli indicatori. La riconoscerai perché, in mezzo a tutti quei rigagnoli di sudore, lascerà asciutta e integra la tua volontà. Come una piramide nel deserto del sostegno altrui.

Tu rimarrai saldo, stanco e felice, nonostante l’indifferenza, se andrà bene, gli sputi e gli sgambetti, le percosse, se andrà male.

 

Ti auguro montagne di passione da condire con la fatica che sentirai e che non patirai, ma che darà un senso a tutto il viaggio.

Ti auguro passione e sofferenza, perché senza sofferenza non sarebbe passione, ma solo un passatempo innocuo e inutile come una partita a solitario per ammazzare il tempo, che poi, è lui che ammazza te.

 

Ecco, tutto quello che mi viene da augurarti è in queste righe. Ed è il poco che ho capito negli altri trent’anni che mi hanno regalato. Ed è questo poco che mi piaceva adesso passare a te.

Non è un granché, lo so, ma è quello che ho.