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Maria Bietolini Maria Bietolini

Dal volume N° 27

Son tutte tech le mamme del mondo

DAI PIONIERI DEL SEGMENTO SMART NASCE “L’ANTI ANSIA” I’M TRACER. L’AZIENDA “ITALIAN MADE” TECH CRESCE COSÌ

A CURA DI MARIA BIETOLINI

 

Guardando i bambini giocare nel prato di i’m SpA durante la realizzazione di questo servizio, ho capito quanto sia importante – anche per una start up tecnologica di visione internazionale – avere radici “sanamente” italiane. Come pensare, altrimenti, a un dispositivo rivolto principalmente a rispondere all’istinto materno di protezione?

Parliamo con i due giovani ad di i’m SpA: Manuel Zanella, responsabile dello sviluppo dei prodotti; e Massimiliano Bertolini, responsabile dello sviluppo commerciale.

 

Manuel Zanella Il nuovissimo i’m Tracer è nato proprio qui e proprio così: guardando mio figlio Filippo correre lontano, giocando. Come papà mi... “sento mammo” e mi preoccupo di poterlo perdere di vista: basta un attimo, ma poi che ansia! Ho pensato che se avevamo inventato il primo smartwatch (i’m Watch, che ha aperto un nuovo segmento di mercato), potevamo – anzi, dovevamo – essere in grado di evolvere anche la tecnologia della localizzazione, a protezione di qualcosa di maggior valore di un oggetto o un’auto. E così eccoci a lavorare da quasi due anni a quello che è probabilmente il più piccolo bracciale gps indossabile: i’m Tracer. Un prodotto unico, che ha due benefit, razionale ed emotivo: localizza e tranquillizza.

Massimiliano Bertolini Rispondendo razionalmente, come commerciale, direi che l’idea ha origine dalla nostra strategia di presenza e sviluppo nel settore dei prodotti elettronici retail “wearable” (indossabili), nel quale operiamo fin dal 2011. I prodotti wearable a nostro avviso hanno un grande potenziale, legato al crescente bisogno del consumatore di portare con sé, in maniera comoda e sicura, alcuni strumenti tecnologici che gli migliorano la vita: che siano piacevoli, insomma, ma anche utili.

Come prossimo papà, non posso poi che confermare il sentimento di Manuel: poter offrire qualcosa che aiuta a sentirsi più vicino ai propri cari, “abbracciandoli” in una rete di sicurezza, aggiunge una profonda soddisfazione personale al vantaggio competitivo sul mercato.

 

Indubbiamente, un prodotto “a prova di "mamma italiana” apre la tecnologia a un nuovo segmento – e risponde a una esigenza concreta. Ma allora perché il mercato dei GPS indossabili non è ancora decollato? E quali elementi ne consentiranno il decollo?

Manuel Premesso che le considerazioni che faremo si riferiscono prevalentemente al mercato italiano, direi che gli aspetti che non hanno consentito lo sviluppo dei GPS indossabili, ma che lo favoriranno nel prossimo futuro, sono di doppia natura: tecnica e commerciale.

Dal punto di vista tecnico va osservato che solo recentemente si è resa possibile la miniaturizzazione dei componenti tecnologici che fino a qualche tempo fa rendevano i dispositivi pesanti e ingombranti.

Un GPS indossabile per bambini deve avere caratteristiche di leggerezza e di facile portabilità per poter essere indossato al polso; ma al tempo stesso deve essere di difficile rimozione, per fare in modo che il bambino non se lo tolga. La maggior parte dei dispositivi offerti finora sul mercato erano invece delle “scatoline” piuttosto grandi, da tenere in tasca o appese al collo, e quindi non offrivano le caratteristiche di un buon localizzatore. I’m Tracer invece è indossabile proprio come un orologio: già dalla forma è “familiare”!

Inoltre i’m Tracer offrirà degli aspetti di performance molto innovativi: come l’utilizzo di una “scheda dati” che trasmetterà le informazioni dal satellite al dispositivo di controllo (come lo smartphone), appoggiandosi in roaming al gestore con la migliore copertura nell’area in cui la localizzazione si verificherà. In questo modo verrà praticamente eliminato il problema di una comunicazione difficile o nulla della posizione, che è una delle limitazioni tecnologiche di questo tipo di dispositivi.

Massimiliano Dal punto di vista commerciale, va notato che le aziende produttrici di quei dispositivi erano (e sono) piccole realtà artigianali, non in grado di sostenere il lancio del prodotto con un sufficiente sforzo pubblicitario. Risultato? Un prodotto poco interessante e praticamente sconosciuto al grande pubblico.

I’m Tracer, il cui lancio è previsto in estate, promette di essere la grande novità del 2014: è un dispositivo fra i più piccoli mai realizzati, viene fissato al polso del bambino con una chiusura non facilmente apribile, la sua introduzione sul mercato godrà di un significativo supporto pubblicitario.

Inoltre i’m Tracer avrà altri elementi di interesse: sarà “multi-target”, in quanto lo stesso dispositivo potrà essere utilizzato dai bambini di età fra tre e sette anni (e naturalmente anche oltre!), ma anche da persone anziane con problemi di memoria e da animali domestici come i cani. Questo grazie a una serie di accessori, forniti nella confezione, che consentono un facile utilizzo “familiare” del dispositivo.

Per questo lanceremo i’m Tracer con lo slogan “Localizza, tranquillizza”, rivolto a tutti. E non saremo presenti solo nei punti vendita tecnologici, ma avremo una distribuzione multi-canale per raggiungere il grande pubblico.

 

I’m Tracer sembra inserirsi nel crescente trend delle “wearable technologies”, qualcosa in più di un accessorio high-tech…

Massimiliano Sì: con questo prodotto passiamo da un concetto di smart a quello di “smart & safe”, perché le sue funzionalità hanno un valore aggiunto di protezione e rassicurazione ed è oltretutto rivolto a diverse tipologie di pubblico. Si tratta di un dispositivo pensato soprattutto per un uso in ambito familiare – e quindi molto user friendly, utilizzabile anche da chi non sia molto esperto di tecnologie – perché in grado di identificare la posizione geografica delle persone care e – perché no? – anche di mostrare la nostra a chi vogliamo, come ad esempio quando siamo in viaggio. La localizzazione può essere impostata in modi diversi e con la frequenza che vogliamo, oppure eseguita su richiesta. In più, in caso di pericolo, permette di inviare una chiamata SOS premendo solamente un tasto.

Manuel Nel 2011 abbiamo lanciato i’mWatch, il primo smartwatch apparso sui mercati mondiali – e quindi possiamo definirci tra i pionieri delle tecnologie indossabili. Il prodotto ha avuto un’accoglienza molto positiva: fino a oggi abbiamo venduto circa 50.000 pezzi. Certo, si è trattato di una grande novità, sviluppata da una “Azienda Start-up”, un progetto quindi caratterizzato da una doppia sfida, tecnologica e organizzativa. Abbiamo imparato molto e lavoriamo adesso per realizzare l’i’mWatch2, la versione che migliorerà la prima versione, ma che anche capitalizzerà sull’esperienza che tutti gli operatori stanno facendo in relazione alla necessità che il consumatore associ agli aspetti di novità, eleganza, originalità quelli di utilità.

 

Avete sempre accompagnato i’m Watch con i colori e la definizione del “made in Italy”, oggi parlate di i’m come “italian made”. Ma nel mondo 3.0 ciò ha un valore?

Manuel Prima di tutto, le nostre innovazioni sono idee tutte italiane. Poi lo è il design – che fa una bella differenza, anche rispetto a competitor di grandi dimensioni. Un terzo dei collaboratori di i’m S.p.A. è rappresentato da ingegneri dedicati a Ricerca e Sviluppo: infatti per i’m Tracer, abbiamo curato tutto lo sviluppo hardware e software. E produrremo in Italia, nello stabilimento di Marcianise (CE) della multinazionale americana Jabil, che ha portato avanti anche la progettazione per nostro conto. Lo stabilimento è modernissimo e dotato di ampia capacità produttiva.

Zeromobile, operatore virtuale globale, ha invece sviluppato l’infrastruttura su rete GSM/GPRS per garantire di trasmettere la posizione fornita dal ricevitore GPS che si trova all’interno, e proprio grazie alla sua scheda dati Zeromobile, i’m Tracer si collega alle reti GSM/GPRS di tutto il mondo.

 

Quale approccio commerciale avrete in Italia?

Massimiliano I’m Tracer sarà nei punti vendita a partire dall’inizio dell’estate (metà giugno). L’estate è una stagione molto adatta al suo lancio perché è quella in cui le persone fanno molta attività outdoor. Chi lo comprerà sarà in grado di impiegarlo subito: un po’ come la vendita degli ombrelli quando piove! Il suo lancio avverrà a livello mondiale mediante le vendite online, per essere poi gradualmente distribuito fisicamente, con l’inserimento nei punti vendita locali. Il lancio in Italia sarà contestuale al lancio online, a seguire passeremo agli altri Paesi. Il lancio del prodotto sarà fortemente sostenuto da una strategia di comunicazione multi-mediale. Essendo il prodotto multi-target, la vendita sarà sviluppata con un approccio multi-canale; per soddisfare le esigenze dei vari target, saremo sicuramente presenti sulla grande distribuzione specializzata e organizzata, nei negozi per l’infanzia, nelle farmacie/parafarmacie e nei negozi per gli animali.

 

Potete anticiparci gli obiettivi?

Manuel Con riferimento alla sola Italia, i tre target combinati hanno un potenziale di acquisto di almeno cinque/sei milioni di pezzi. Se inizialmente raggiungeremo e convinceremo dall’uno al cinque per cento dei potenziali acquirenti, potremo contare su un volume compreso fra 50.000 e 250.000 dispositivi nel primo anno. Con i’m Tracer puntiamo a rafforzare la nostra presenza in Italia e nei mercati internazionali sui quali siamo già presenti con i’m Watch, come gli Stati Uniti e molti Paesi europei.

 

Manuel ha lavorato anni come promotore finanziario, Massimiliano da architetto è diventato un commerciale: c’è un consiglio che vi sentite di dare ai nostri lettori?

Massimiliano Noi siamo ancora una “Azienda Start-Up”, ma con la caratteristica positiva di far tesoro delle lezioni che riceve.

Manuel Saremo sempre una start-up nell’anima, ma forti di una “vera” organizzazione. Perché per proporre il cambiamento, dobbiamo essere i primi a saper cambiare: per crescere.