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Valeria Tonella Valeria Tonella

Oh, il profumo della carta... Ma intanto le edicole chiudono

Da inizio anno si fa, sui giornali, la conta dei morti nel mondo delle edicole.


“ Oggi chiudono due chioschi al giorno” (La Repubblica)
“ Le edicole chiudono, gli edicolanti cercano un altro futuro. Dal 2007 sono andati persi 3 miliardi di euro” (Corriere della Sera)
 “A Roma dei 1.200 chioschi di giornali ne sono rimasti 750” (affaritaliani). E per affondare il bisturi: “Non li vogliono neanche i cinesi”.


Era una notizia che seguivamo da un po’, ovviamente, come editori e informatori soprattutto. Ci fu un tempo in cui V+ si trovava in edicola, pensate... ma è chiaro ormai che i sintomi erano quelli di una malattia tenace.
Poi leggiamo della chiusura di una storica libreria a Torino, e scatta la riflessione.
Leggiamo poco su carta? Leggiamo poco in generale?
Confesercenti dà la colpa soprattutto alla concorrenza dell’online, e per i libri sì, crediamo non ci siano tante spiegazioni (quanto conta il customer care di una azienda come Amazon che consegna tutto in un minuto!)

Ma le riviste, i giornali?
Ormai quasi tutte le grandi testate rende visibili sul web solo un tot di articoli; per il resto, abbònati. C’è una “guerra”, forse ancora invisibile, tra il “vogliamo tutto gratis” e il “capiamo che una informazione di qualità non possa essere free”. Chi legge ancora i giornali di carta? Se posso avere più o meno tutte le notizie che voglio sul web, perché devo fermarmi in edicola? Eh, “il profumo della carta...”


E le edicole sono italiane tanto quanto la pizza e il mandolino; ma leggi varie, tasse di occupazione di suolo pubblico, Imu... E se bisogna scavare un marciapiede? Chiuda, per favore. Per quanti giorni? Non lo so, lei chiuda.

C’è chi “diversifica” che, in soldoni, significa vendere biglietti dei mezzi, qualche bene alimentare, libri, cartoleria ecc. ecc. Dall’altra parte si ipotizzava la possibilità di trasformare le edicole in dei “poli”, mini centri di servizi utili (non solo ricariche telefoniche, anche pagamento delle bollette ed emissione di certificati anagrafici). Ma la situazione è paralizzata: troppe regole. Sì, si stanzia qualcosa, anzi si promette di stanziare qualcosa. E dire “informatizziamo le edicole” suona oscuro: come? Con quali soldi? E concretamente per fare cosa?


Intanto quelle attività che un tempo garantivano redditi anche molto buoni sopravvivono a stento grazie agli anziani che si comprano il giornale per leggerlo al bar. Ed è un’immagine un po’ triste - con tutto il rispetto per gli anziani.


Vero che si trovano  al supermercato, negli autogrill, alle pompe di benzina... ma è indubbio che si sta perdendo non solo un commercio, ma anche un mestiere.