Strategie e tecniche


Davide Cardile Davide Cardile

Linkedin Pulse: a cosa serve (davvero)

 

COME FARSI ASCOLTARE,
INIZIARE UNA CONVERSAZIONE
E CREARE OPPORTUNITÀ

Negli ultimi tre anni LinkedIn Pulse (Publishing), la piattaforma di social blogging di LinkedIn, è diventata la destinazione principale per i contenuti b2b e non solo. I numeri sono estremamente lusinghieri: secondo il Content Marketing Institute, si riscontra un tasso di impegno tre volte superiore ad altri social o forme di pubblicazione.
Numeri e considerazioni “americane”, che in Italia faticano a essere recepite: basti pensare che fino a qualche mese fa, per accedervi (poter scrivere), bisognava impostare la lingua in inglese e che quasi una persona su tre non sa proprio che cosa sia questa piattaforma.
Per chi, però, ha iniziato a sfruttarla, o per chi vuole farlo, le potenzialità sono pressoché infinite e non è solo questione di numeri, ci sono tanti altri fattori che giocano un ruolo importante.

Tre su tutti:
•    Nessuna competenza tecnica
Anche nel 2017 sono molti a non avere un blog o a pensare che sia estremamente difficile crearne uno. Con Pulse si può pubblicare un articolo in meno di due minuti in modo estremamente semplice. Il risultato, cosa non trascurabile, è un’altissima usabilità ed esperienza per chi legge, anche da mobile.
•    Esperienza “nativa”
Si è scritto tanto sul fatto che le persone siano attratte dal nativo, da ciò che non sa di pubblicità, inteso anche come ciò che si confonde con la piattaforma o il social sui quali si è attivi. Gli articoli su Pulse rispondono perfettamente all’esigenza. L’utente è su LinkedIn e rimane su LinkedIn (nella maggior parte dei casi).
•    Grande pubblico
Se uno dei consigli per farsi conoscere è il guest blogging, cioè scrivere in blog già conosciuti e con discreto traffico, possiamo intuire l’opportunità che abbiamo davanti. Anche un neofita, con pochi collegamenti, può arrivare al grande pubblico: sono tantissimi i casi in cui con un solo post si raggiungono migliaia di persone in poche ore.


Come trovare clienti?
Il segreto, il punto di partenza, è in una frase molto semplice: “Scrivi per iniziare una conversazione” (che è anche il titolo di un grandioso articolo di Daniel Roth, editor di LinkedIn). Molti professionisti continuano a guardare al numero delle visualizzazioni, al traffico, ma in realtà il vero valore di un articolo, di Pulse, sta nell’interazione con le persone. Persone che su LinkedIn hanno un nome e cognome, delle quali possiamo conoscere ruoli e attitudini e con le quali possiamo facilmente entrare in contatto. In questo senso, il feedback più importante non è tanto chi ha visualizzato o letto ciò che scrivi, ma chi ha voluto rispondere, condividere e commentare la tua esperienza.
“Oggi insomma si continua a parlare di conversioni, ma ci si dimentica che nessuna vendita si può realizzare se non si inizia a parlare. Abbiamo bisogno di conversazioni”.


Esempio pratico
 
Un post da me recentemente pubblicato su Pulse si intitola La disperazione non fa curriculum (neanche su Linkedin). Ha riscosso un ottimo successo. Oltre i numeri e le visualizzazioni, il vero potenziale sono coloro che hanno interagito. In questo caso 84 persone che hanno lasciato un commento e più di 330 persone che hanno apprezzato l’articolo.
È chiaro che non tutti sono potenziali clienti e non sarebbe neanche giusto che ogni interazione fosse seguita da un approccio commerciale o da una tentata vendita. Io in questo caso invece ringrazio e approfondisco il discorso, chiedo cosa li ha colpiti e, valutando caso per caso, vado a studiare se c’è una reale possibilità.
La possibilità, in realtà, c’è sempre:
•    o è un potenziale cliente (e agisco così e così, discorso lunghetto per parlarne ora);
•    o è una persona che può aumentare il coinvolgimento e portare persone interessate e potenziali clienti.
Attrarre le persone giuste
Sempre più spesso mi arrivano messaggi che mi invitano a leggere questo o quell’articolo, senza minimamente preoccuparsi se io possa davvero essere interessato all’argomento.

1. Scrivi per la persona giusta e fa’ che le persone giuste leggano ciò che scrivi.
Una massima dell’autore John Nemo dice: “On LinkedIn, Go Niche or Go Home”. “Niche”, cioè “nicchia”. Fare selezione. Una selezione che può essere naturale se ci si sforza di contestualizzare e scrivere con un preciso obiettivo o immaginando il proprio interlocutore.
Per esempio: niente gergo se parliamo a neofiti, altrimenti è facile che ci si ritrovi a vendere polizze assicurative ai colleghi assicuratori.
E poi inserisci il gancio giusto se vuoi davvero colpire il tuo target. L’altro giorno ci si chiedeva se su LinkedIn fosse il caso o meno di parlare di alimentazione. Sì, è giusto e fattibile, ma bisogna contestualizzare. Dire La dieta per rimettersi in forma è un modo facile di passare inosservati. Dire invece La dieta per il professionista che lavora fuori casa è il modo giusto per attrarre e coinvolgere le persone davvero interessate.
Lo stesso si può fare in ogni settore e con ottimi risultati.


2. Racconta una storia più grande, unica: la tua.
Un articolo su Pulse non dovrebbe mai essere solo una lezione, un insegnamento o un’idea sulla quale le persone debbano concordare. Bisogna andare oltre. Offrire una visione unica e originale, qualcosa in grado di far pensare le persone in modo diverso e qualcosa per le quali le persone abbiano davvero voglia di parlare.
Come ha scritto Brynne Tillman, grande esperta di social selling, se alle persone non resta che dire “interessante” o “sono d’accordo”, non può funzionare.

BONUS TIPS
CONSIGLI RAPIDI PER SFRUTTARE BENE LINKEDIN PULSE
Attenzione al titolo
Il titolo determina il futuro del tuo articolo. Non solo quante persone lo leggeranno ma anche chi lo leggerà.
L’immagine di anteprima
Soprattutto con la nuova versione di LinkedIn, la descrizione (il meta tag) non viene visualizzato. L’immagine con la quale appare l’articolo sul feed deve contestualizzare e non solo attirare.
Call to action
Nella parte finale dell’articolo chiedere qualcosa al lettore ma senza esagerare. Si può chiedere semplicemente di interagire con un commento, di collegarsi o di scaricare un ebook inerente all’argomento. Chiedere è giusto, chiedere troppo porta confusione.
Condividere, condividere, condividere
La pubblicazione dell’articolo è solo il primo passo. Dopo bisogna impegnarsi nella condivisione e nella promozione. Anche qualche messaggio personale o Inmail, usato bene, può aiutarne la diffusione.
Stimolare la conversazione
Soprattutto in Italia le persone continuano a essere “timide” e a preferire un like a un commento. In questo caso un’ottima idea è chiedere cosa è risultato interessante e se ci sarebbe qualcosa di aggiungere.
N.B. ogni interazione influisce sull’algoritmo e aumenta la visibilità sulla piattaforma.