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E Dio creò il consumatore



L'INVETTIVA DI UNO SCRITTORE CONTRO LA VENDITA SENZA ETICA... SCRITTA NEL 1914

 

«Ora, questo deve compiersi: che il commesso viaggiatore non smetta di drizzare le antenne e di sondare senza sosta la clientela!». L'umanità è la clientela. Dietro le bandiere e le fiamme, dietro gli eroi e i soccorritori, dietro tutte le patrie è stato eretto un altare di fronte al quale la scienza devota si torce le mani: Dio creò il consumatore!

Visione apocalittica? Anticipazione della globalizzazione?

Vedetela un po' come vi pare. Ma serve un contesto: chi scrive è Karl Kraus, vissuto tra la fine dell'Ottocento e il primo quarantennio del Novecento, austriaco, di mestiere "polemista". Scrittore, certo, e pedissequo osservatore della realtà in cui si trovava. Immaginate: Vienna, Grande guerra, propaganda.

La frase che abbiamo riportato all'inizio è presa da In questa grande epoca, e, se fosse stato scritto nell'era dei social, avrebbe sbancato a suon di 140 caratteri: è infatti un "assalto frontale" (come lo definisce l'editore) al giornalismo compiacente, alla guerra, a un'epoca da tutti definita "grande" ma piena di contraddizioni evidenti secondo l'autore: progresso, denaro, mezzi di comunicazione di massa... vi suona familiare? Sì perché Kraus scrisse questo libro nel 1914, quando i semi della modernità, della contemporaneità (la nostra, anche) stavano germogliando.

Ecco, allora, l'attacco a una visione che vede l'individuo non tanto come essere umano, quando ingranaggio della catena di montaggio e, soprattutto, consumatore.

"Ma Dio non creò il consumatore perché fosse felice sulla Terra, bensì per uno scopo più alto: perché sulla Terra fosse felice il commerciante, dato che il consumatore è stato creato nudo e diventa un commerciante solo se vende vestiti".


Di sicuro Kraus non ha conosciuto venditori etici, attenti alla customer experience, che partono dalle domande al cliente.

L'estrema affermazione del progresso ha decretato ormai da tempo che la domanda si regoli sull' offerta, che si mangi perché sia un altro a diventare sazio, e che il venditore ambulante interrompa persino i nostri pensieri offrendoci cose di cui non abbiamo alcun bisogno.

Meno male che le cose sono un po' cambiate... no?