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Dal Rolex al parmigiano: quando la pubblicità è... imprevista

 

Uno dei mali che affligge le aziende è la pubblicità imprevista. Di solito - ahinoi - negativa. Ma dipende soprattutto da come l'azienda si gioca quello che può sembrare un calcio di rigore ingiusto.

Negli ultimi mesi, gli esempi sono stati molti.

La Toyota ha visto le sue automobili associate nientedimenoche... all'Isis. Il gruppo estremista si è fatto riprendere in più occasioni, kalashnikov alla mano, a bordo di pick up o inviando messaggi di propaganda dai suv del famoso marchio.
Doloroso.

Come lo è stato per la Lacoste vedere Anders Breivik, terrorista norvegese autore nel 2011 delle stragi a Oslo e sull'isola di Utøya, indossare magliette e maglioni col coccodrillo sul petto di fronte ai flash dei giornalisti di tutto il mondo.

Poi la Rolex. Gli ultimi casi di tafferugli a Milano da parte del movimento "No global" sono saliti alla ribalta soprattutto per le dichiarazioni dei politici che li hanno identificati come "quelli con il Rolex" (dalle foto spunta l'orologio). Un'associazione, anche qui, tutt'altro che positiva. L'AD di Rolex Italia, Gianpaolo Marini ha dichiarato "inaccettabile l'affiancamento dell'immagine Rolex alla devastazione di Milano e all'universo della violenza eversiva", negando inoltre che gli orologi dei manifestanti potessero essere autentici.

Un altro episodio risale a quest'anno: PornHub, una delle piattaforme più conosciute per la visione di filmati porno in streaming, lancia uno spot dove un uomo è al supermercato e spiega a una donna che "il parmigiano reggiano è il PornHub dei formaggi". L'azienda del formaggio non ha reagito bene, e secondo alcuni poteva trarne ben più pubblicità positiva, con un po' di ironia. Scrive Insidemarketing: Innanzitutto, [il parmigiano reggiano] sarà pure uno degli orgogli italiani all’estero ma, essendo il re del porno 2.0, PornHub è ampiamente più conosciuto del Parmigiano.  Se poi aggiungiamo che 1 visitatore su 4 di PornHub è donna, e proprio le donne sono coloro che, di solito, vanno a fare la spesa...".

Immagine e fonte: Dagospia