Stili di lavoro


Simona Genovali Simona Genovali

Da cosa nasce cosa: la cultura aziendale

SE NE PARLA COME QUALCOSA DI INGESSATO, NON C’È NIENTE DI PIÙ VIVO

Nella attività di consulenza aziendale, ci troviamo spesso di fronte a imprenditori che vogliono cambiare: qualcosa non va, ma non sanno indicare con precisione che cosa, e soprattutto non sanno da dove partire.
Molto spesso, infatti, l’azienda si presenta come un’estensione della mentalità dell’imprenditore: sull’azienda vengono riposte speranze e ambizioni, e si sviluppano pensieri, emozioni e comportamenti di chi l’amministra. Tutto questo si riflette sia in modo positivo che negativo sull’organizzazione. Così sembra che l’azienda debba essere destinata a seguire un piano di vita che talvolta coincide con quello dell’imprenditore stesso.
Il modo in cui l’azienda sarà organizzata e gestita ne determinerà il funzionamento in termini di efficacia, successo e benessere dei suoi membri. L’azienda potrà raggiungere gli obiettivi in modo agevole ed efficace. Essere promotrice di benessere per se stessa e per il contesto cui si riferisce. Proporre servizi efficienti ed efficaci mediante lo sviluppo di reti commerciali e mettere i clienti al centro del business.
Oppure potrà non riuscire a raggiungere l’obiettivo, o, se ci riesce, rischiare di pagare un prezzo così alto da compromettere la sopravvivenza dell’organizzazione stessa. Un’azienda di questo tipo rischierà di perdere terreno e il calo delle vendite lo dimostrerà.
Ricordiamo che non esistono solo aziende “vincenti” o “perdenti”, ma anche aziende che “sopravvivono”. Aziende cioè che tendono a proporre servizi standardizzati e a realizzare percorsi non integrati, svalutando le competenze interne.

Il tema principale, quindi, che le aziende sono chiamate a valutare oggi è quello relativo alla cultura aziendale.

La cultura costituisce una guida pratica per affrontare l’integrazione interna e l’adattamento all’ambiente esterno, aspetti tra loro interdipendenti e cruciali per la sopravvivenza dell’organizzazione.

La cultura organizzativa si manifesta in numerose forme:
tecnologie;
ambiente di lavoro;
cerimonie, rituali;
valori;
ideologie, filosofie.

Tipi di cultura aziendale

AUTORITARIA
In molte aziende vige una cultura autoritaria, caratterizzata dalla presenza di un capo carismatico, autorità indiscussa e indiscutibile, che costituisce il perno del funzionamento dell’intera struttura.
BUROCRATICA
Altre invece hanno una cultura “burocratica”, basata cioè sull’osservanza di norme che regolano l’organizzazione del posto di lavoro. Si caratterizzano per l’elevata formalizzazione, la limitata disponibilità di informazioni e la scarsa partecipazione dei membri alle decisioni.
COMPETITIVA
Nelle aziende definite per lo più “tecnocratiche”, si attribuisce massima importanza all’efficienza, al rendimento e al successo. I rapporti interpersonali sono fluidi e privi di formalismi e vi è un’alta competizione tra i membri.
INFORMALE
Ci sono invece aziende che promuovono il senso di appartenenza a un gruppo, con una struttura informale basata su obiettivi dichiarati ed esplicitati a tutti i livelli organizzativi.
COOPERATIVA
Nelle aziende cooperative invece, il valore fondamentale sono la partecipazione e il consenso. La comunicazione è fluida e informale. È possibile la rotazione nell’assunzione di diverse responsabilità (la cosiddetta job rotation, tipica delle aziende anglosassoni).


In conclusione
Qualunque sia l’imprinting che vogliate dare alla vostra azienda, scegliete bene e con grande cura la cultura che vorrete far nascere e crescere al suo interno, perché da essa dipenderà gran parte del successo della vostra impresa.
Se svolgete attività di consulenza, vi sarà capitato di imbattervi in clienti con una gran voglia di lamentarsi di quello che non va bene, senza di fatto sapere cosa vogliono di diverso e quindi impegnarsi per raggiungerlo.
Se siete dei venditori, avrete incontrato clienti con richieste irrealizzabili…

Per questo è importante stringere prima di tutto una sorta di “contratto”, che possiamo definire “invisibile”, con chi avete davanti, prima di vendergli qualsiasi cosa. Per capire con che tipo di “cultura aziendale” avete a che fare.
Questo implicito contratto si rivelerà uno strumento indispensabile per evitare che sprechiate tempo a inseguire clienti impossibili oppure per far capire loro quali sono gli obiettivi migliori e adeguati alle loro risorse e di conseguenza quali prodotti e servizi possono comprare da voi.
È importante capire quali sono i problemi dell’imprenditore, qual è la sua cultura, ma anche definire insieme la direzione verso cui il vostro cliente vuole andare. Credo che possiamo indicare sempre, a chi ci sta davanti, le possibili aree di miglioramento e di crescita, cercare di motivarlo per raggiungere gli obiettivi proposti, rispettando comunque la sua volontà di non agire e restare dov’è. Ricordatevi che sono in molti a dire di voler cambiare, pochi sono coloro che hanno il coraggio di farlo.