Strategie e tecniche


Alessia Pelizzon Alessia Pelizzon

Dal volume N° 64

Chi fa gruppo, fa... anche su Facebook

L’OBIETTIVO DI FACEBOOK? CONNETTERE. IL MEZZO PER RIUSCIRCI? UNA COMMUNITY

 

Nella selva di possibilità che il social più longevo può offrire, una community (che i veterani di FB possono riconoscere anche come “gruppo”) si presta a essere utilizzata per innumerevoli scopi.
Proprio perché i suoi appartenenti sono accumunati da uno o più interessi, una community può avere finalità sia sociali che commerciali. Esiste uno strumento altrettanto diretto e semplice da gestire che permetta la diffusione di un messaggio ben preciso, altrettanto facilmente raggiungibile dagli utenti e che permetta una costante e prolifica collaborazione? Probabilmente no.

Sempre più PMI, commercianti e professionisti ricorrono alla community: per raggiungere i propri clienti, per attirarne di nuovi, per promuoversi e interagire non solo “in loco”. Il metodo più semplice e diretto, insomma, per tastare il polso del mercato a cui ci si rivolge abitualmente, per studiare nuove strategie e creare una mutuale e prolifica interazione.
 

Nel 2019 gli italiani:

(fonte: Globalwebindex 2019)

IL TUO GRUPPO IN POCHE MOSSE

Creare una community è facile. Basta avere un account su Facebook e contare su contatti da coinvolgere. A monte però, è bene studiare qualche accorgimento per far sì che, una volta avviata, funzioni a pieni giri.

1.    Anzitutto, assicurati che gli iscritti siano veramente interessati e non fruitori distratti e occasionali.
L’opzione “gruppo chiuso”, in cui è il gestore (amministratore) della community a invitare i potenziali membri o ad accettare/rifiutare le richieste di adesione, permette di controllare l’accesso e fare una prima scrematura.
Nei gruppi possono entrare e partecipare anche le pagine, oltre ai profili utente: a te stabilire eventuali regole specifiche (ad esempio, se e quanto possano anche autopromuoversi).
 
2.    Fornisci poi poche ma ben precise regole da seguire.
Ad esempio: quali contenuti sono ammessi e quali no secondo gli standard di Facebook, quali sono intesi come off topic (fuori tema), cosa è considerato spam e cosa non sarà considerato attinente alle finalità del gruppo. Oltre, ovviamente, alle norme che regolamentano il dialogo fra gli utenti.
Se le regole sono poche e ben chiare, non solo eviterai di dover intervenire spesso: ma saranno via via gli stessi utenti ad auto-moderarsi e anche a contribuire di fatto alla auto-moderazione dell’intero gruppo. 

3.    Crea un work plan (“piano dei contenuti”) settimanale o mensile.
È un altro comodo stratagemma per gestire la community in maniera ordinata: cadenzare post e contenuti facilita sia la gestione che la fruizione del gruppo. Un po’ come seguire la propria serie tv preferita: i membri del gruppo si “sintonizzeranno” puntualmente per seguire la prossima puntata…
Tra l’altro è possibile programmare i post, come avviene nelle pagine – oltre che creare eventi direttamente all’interno del gruppo.

4.    Gestisci la community quanto più possibile in prima persona.
Certo, richiede un po’ di tempo: ma si dà la sensazione di essere sempre presenti e attenti alle esigenze di tutti.
Attenzione però a non cadere nel tranello dell’onnipresenza: più si lasciano liberi i membri di interagire pur monitorandoli con una certa frequenza, più si otterrà l’effetto unione e interazione che è lo scopo del gruppo, Una presenza asfissiante otterrà sicuramente l’effetto di allontanamento, che è proprio ciò da cui bisogna ben guardarsi.

5.    Rispondi in tempi brevi alle domande e ai messaggi.
Intervenire con decisione nella gestione di situazioni difficili farà capire agli utenti che il gruppo non è abbandonato a sé stesso, ma ha una guida sicura e attenta su cui si può contare.
Non si tratta solo dei casi problematici: se investi tempo e attenzione nella costruzione di una community, è probabile che tu lo faccia anche in ottica commerciale: quindi rispondere a una richiesta di informazioni o di intervento, insomma dimostrare di “esserci” davvero, ha una rilevanza anche strategica.

Ultimo, ma importantissimo
Infine, bisogna munirsi di tanta, tanta pazienza. Sia nel creare tassello dopo tassello un gruppo che corrisponda sia alle proprie esigenze che a quelle degli utenti, sia nel concedersi un ragionevole tasso di tempo per permettere al gruppo di crescere e di raggiungere gli obiettivi preposti.
In questo, Facebook offre un notevole aiuto: fornisce i dati statistici del gruppo, da cui si può capire come i membri agiscono al suo interno e quali sono i più attivi, quali sono i post più apprezzati e quelli che creano maggiore interazione. Permettendo così di intervenire là dove ci siano lacune o mancanze, affinando ancor di più i punti forti, o aggiungendo nuovi contenuti cui non si era pensato prima ma che rispondono alle esigenze dei membri del gruppo.

Iniziamo a comunicare!
Su questa ossatura si basa tutto il lavoro di comunicazione, che…


LESSON LEARNED

La parola d’ordine finale rimane: porre attenzione. A cosa? A cosa viene proposto (in termini di qualità dei contenuti), a chi interagisce, a come lo fa, a cosa propone, a cosa reagisce meglio e a cosa dimostra di non interessarsi.
Una volta individuati questi punti chiave e imparato a giocare con tutte le opportunità che Facebook offre, gestire la propria community sarà una strategia di marketing vincente, alla portata di tutti.

Un esempio concreto e che funziona molto bene? Leggi qui la storia di "Quartieri Solari - Social Network" che ha raggiunto i 3 mila iscritti e può darti tante idee utili!