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Alessandro  Zaltron Alessandro Zaltron

Dal volume N° 21

VENDITORI SI NASCE, VELOCISTI SI DIVENTA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di corsa! Provate a chiedere «come va?» a un venditore vero, e questa sarà la sua risposta immediata. Il venditore si sveglia prima di tutti, come i panettieri, e stacca per ultimo, come i metronotte. In mezzo corre perché gli hanno insegnato che ogni giorno una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più forte del leone o finirà mangiata; ogni giorno un leone si sveglia e sa che dovrà correre più forte della gazzella o morirà di fame. Insomma, non importa che tu sia un leone o una gazzella, l’importante è che inizi a correre.

 

E se, nonostante questo, il venditore non raggiunge i risultati che si è prefisso o che gli sono stati assegnati? Gli tocca correre, stavolta per punizione. È quanto accaduto in Cina. A Chengdu, capoluogo della provincia del Sichuan, gli addetti alle vendite e al marketing di un’azienda alimentare sono stati costretti a correre lungo le vie della città. Con un freddo cane, in pantaloncini corti e a petto nudo. Le donne non sono state risparmiate, solo che dovevano percorrere cinque chilometri anziché dieci e la parte superiore del corpo hanno potuto coprirla anche se con indumenti leggeri per apprezzare comunque la sofferenza.

Questa sanzione, inflitta per il mancato conseguimento degli obiettivi di vendita 2012, era stata concordata contrattualmente, per cui nessuno dei dipendenti si è lamentato. Come nella legge del contrappasso per contrasto, cara a Dante Alighieri, il messaggio qui è chiaro: hai dormito tutto l’anno? Svegliati, (alzati) e cammina. Anzi corri. E il ritmo lo decide l’azienda, visto che il corteo dei venditori seminudi, frustati dal vento e dalla pioggia, era aperto dalla limousine nera di un dirigente che dettava il passo.

 

Chissà se questa pratica fra il punitivo e l’educativo approderà in Italia. Di sicuro, se mai dovesse essere, interverrebbero alcune varianti significative rispetto all’originale: i sindacati indirebbero uno sciopero nazionale di 48 ore, i lavoratori andrebbero a lacrimare a “C’è posta per te”, Belen condurrebbe l’edizione speciale del reality “Corri che ti passa”, il presidente della Repubblica inviterebbe a misurare i passi da compiere, a Napoli farebbero le magliette “Chi nun curre, cornuto è”, Bruno Vespa pubblicherebbe il suo bestseller di Natale dal titolo Fatti mandare dalla mamma a correre, le femministe griderebbero che è discriminatorio dare sanzioni differenziate a femmine e maschi, Mannheimer svolgerebbe un sondaggio sul tema “La vendita è una corsa a ostacoli?”. E siccome in tutto questo bailamme nessuno venderebbe, resterebbero depressi i fatturati e arriverebbe un investitore straniero, magari proprio dalla Cina, a rilevare l’impresa italiana in crisi.