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Poveracci e spendaccioni: e invece i Millennial sono il futuro del risparmio

 

Poveracci ma spendaccioni; senza "cash" ma poco interessati alla gestione delle finanze personali: così lo stereotipo vuole i Millennial, e forse per questo le istituzioni finanziarie faticano a vedere in loro la generazione degli investitori di domani.

In realtà, anche se i Millennial hanno meno risparmi da parte rispetto ai genitori, il passaggio generazionale è avvenuto: i Millennial sono i risparmiatori e gli investitori di domani. E il loro potenziale, magari ancora inespresso, viene ignorato, perché non vengono considerati per quello che sono: propulsori di strumenti più tecnologici, grandi utenti delle piattaforme digitali, simbolo di stili di vita più flessibili, dinamici, a cui si sono adattati molto velocemente (non sempre per scelta, ma per necessità). Cercano ancora il contatto umano, per le operazioni e gli acquisti più complessi, ma chiedono, a gran voce, servizi veloci, "mobili", automatizzati quando si può.

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Nel grafico: i dati relativi ai Millennial (a sinistra), Generazione X (al centro),Baby Boomer (a destra)

Lo sapevi che...?

Tre Millennial su cinque hanno ridotto le proprie spese mensili con la volontà, comune, di voler aumentare i propri risparmi. (Bankrate)


Non è tanto (o solo) una questione di disponibilità economica (e in ogni caso, la tendenza sta cambiando, vedi i dati dell'indagine Bankrate): ricordiamo che entro il 2025 il 75% della forza lavoro globale sarà composta da Millennial (lo dice un report di Ernst & Young).

No, diventa una questione di strumenti. Quali strumenti vengono offerti a questo tipo di risparmiatore/investitore? Utenti che contano sulla rapidità delle consegne da ordini online e su video di buona qualità sempre in streaming.

Richiedono, anche in questo campo, tre elementi (come si legge nello studio World Retail Banking Report di Efma e CapGemini):

Quindi, maggiore velocità di risposta, reperibilità dei consulenti e accessibilità di prodotti e servizi in qualunque luogo e momento. Dati trasparenti e comprensibili, misurazione chiara dei ritorni, analisi di rischio altrettanto chiare, report sulle attività del cliente in tempo reale.

Basta con le società poco digitali, o almeno non abbastanza digitali: pensiamo solo a quei siti che, per il login, richiedono tre stringhe di numeri, di cui uno da chiavetta, uno inviato mesi prima per posta, un altro scelto dall'utente... si rischia di creare un attrito che l'utente stesso si rifiuta di oltrepassare.

Le tecnologie ci sono, e ci sono per avvicinare fornitore e cliente. Senza contare che procedure più automatizzate possono tagliare i costi, e quindi anche il costo per il cliente.

Fonti: BNP Paribas, Adviseonly, Euclidea