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Valeria Tonella Valeria Tonella

Perugina: un'invenzione al bacio

A proposito di donne, di donne imprenditrici, di donne imprenditrici sullo schermo. Dopo Joy Mangano e l'omonimo film, lo schermo è quello piccolo: la Rai ha dedicato una miniserie di due puntate a Luisa Spagnoli, interpretata da una brava come sempre Luisa Ranieri a fianco di altri volti noti come Vinicio Marchioni e Matteo Martari (nei panni dei due grandi amori della donna).

Chi è Luisa Spagnoli e cosa ha fatto?

Come molte al pari suo, vive una storia non semplice, fatta soprattutto di pregiuidizi sociali e culturali: è una donna a inizio secolo scorso, non si può pretendere molto.

Interessante, però, è come facciamo presto a dimenticare questi nomi femminili dietro grandi imprese di impresa. Come se l'imprenditoria fosse un "gioco da ragazzi". Ovviamente, nessuno di noi è più convinto di questa cosa, ma sembra che registi e produttori ne stiano facendo un tema prediletto. E avanti così, allora.

Luisa Spagnoli,  classe 1877, Perugia. Anzi, provincia di Perugia, Sargentini. Tant'è, perché il prodotto che meglio la ricorda porta il nome del capoluogo umbro. Il cioccolatino più scartabellato e conservato con i suoi bigliettini: il Bacio Perugina.

Come? Perché? Grazie alla collaborazione con il marito Spagnoli (e poi di Giovanni Buitoni), una certa tradizione cioccolataia nel centro storico di Perugia, una prima guerra mondiale che non spaventa, cento dipendenti a conflitto finito. Nel dopoguerra la crescita dell'azienda, l'attenzione per i diritti delle lavoratrici (la Spagnoli fonda un asilo per i figli dei dipendenti) e quindi l'invenzione del Bacio. La Spagnoli non si fermerà qui: la seconda passione della sua vita sarà la produzione della lana d'angora per scialli e altri abiti (lana che in Italia non era così diffusa). "Luisa Spagnoli" è oggi un alto brand d'abbigliamento il cui amministratore delegato, Nicoletta, pronipote di Luisa, sembra aver dato un giudizio positivo alla miniserie televisiva. L'azienda ha più di 800 dipendenti e chiuderà il 2015 con un fatturato di 126 milioni di euro.

La Spagnoli non si è goduta molto i frutti del suo lavoro: è morta di tumore prima dei 60 anni. Tuttavia l'eredità lasciata, ai figli e al made in Italy, merita una menzione.

Al di là, quindi, delle critiche alla gratuita visibilità dei prodotti mostrati, e alla rimostranza che no, la Perugina non è più tutta, tutta italiana (vedi acquisizione della Nestlè), non è così scontato riavvicinare il pubblico italiano agli uomini e donne che fanno parte della storia di business dell'Italia. Così, forse, la prossima che scarteremo un Bacio, sapremo che dietro c'è di più. Per lo meno, una storia da cui imparare qualcosa.

Un'invenzione... al bacio

Uno dei primi prodotti creati dalla Perugina fu una tavoletta che dalla Spagnoli prende il nome. Negli anni Venti, si pone il problema di recuperare alcuni scarti di produzione: cioccolato gianduia, granella di mandorle, nocciole intere e il cioccolato Luisa, appunto. Da qui la ricetta del Bacio, all'inizio - pare - chiamato "Cazzotto" per la forma a nocca di dita, e poi ridenominato in modo più romantico...

La realizzazione del cioccolatino seguiva regole quasi "magiche", completemente artigianali: si sentiva la temperatura del cioccolato poggiando il mestolo sulle labbra (niente termometri) e la doppia glassatura lo rendeva "fragrante" come una rosa.

E i bigliettini? I tanto condannati bigliettini ("Parli come un Bacio Perugina") in realtà venivano originariamente "pescati" da un librone che la Spagnoli custodiva gelosamente. Adesso fanno tutto gli uffici della comunicazione, ma è bello poter dire "c'era una volta...".