Pillole


Valeria Tonella Valeria Tonella

Perché la campagna di Treccani serve anche alle aziende

Quando la tua azienda comincia a parlare l'"aziendalese" (e a dire parolacce), è ora di mettere mano al vocabolario.Letteralmente.

Il poeta Ezra Pound disse che "il linguaggio non è una cintura di castità, ma un mezzo per comunicare"; quindi non ci deve limitare, ma aiutare nel "mettere in comune" (etimologia di comunicare), e più parole usiamo, più probabilità abbiamo di averne qualcuna in comune con gli altri, e di farci capire, e di capire. A maggior ragione con un cliente.

I primi a limitarci nella scelta delle parole da usare siamo noi. Incosapevolmente (o per pigrizia) ricorriamo alle stesse parole dimenticando che la lingua italiana ne contiene circa 250 mila.

Lo sottolinea anche una piccola campagna social dell'enciclopedia Treccani: Le parole valgono.

Con relativo hashtag, gli utenti di Facebook e Twitter hanno l'opportunità di segnalare delle fotografie di luoghi, persone, oggetti, fotografie che hanno scattato ma che non saprebbero descrivere, se non con un generico (e alquanto vago) "carino". "Carino" è il ragazzo che vediamo per strada, il film che stiamo guardando, il cane di un amico, un paesaggio... Ma oltre a "carino" nella lingua italiana c'è di più. Ecco perché Treccani si offre di raccogliere le immagini che gli utenti manderanno e di descriverle con le parole giuste. Per chi è rimasto senza parole.

Un'azione culturale coraggiosissima e di portata enorme, quella di spronare un "popolo" a usare bene la sua lingua, nei modi "user friendly" che i social offrono. Certo, è solo un piccolo inizio, ma un inizio... "carino".