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Valeria Tonella Valeria Tonella

NEL 2013 LE AZIENDE SEMPRE PIÙ HI-TECH, MA ANCORA IN POCHE VENDERANNO ONLINE

SÌ A TABLET E SMARTPHONE PER LAVORARE IN UFFICIO. VERSO L'E-COMMERCE TANTA DIFFIDENZA

 

Hi-tech: la parola d'ordine per l'anno nuovo nelle aziende italiane, secondo il Sole 24 Ore che riporta una ricerca dell'americana Gartner Inc.

La tendenza si è diffusa e consolidata negli ultimi 12-24 mesi e allinea le imprese alla preferenza che già molti consumatori hanno mostrato per il settore tecnologia anche in quest'ultima parte dell'anno.

Tablet e smartphone in cima alla lista. I device portatili supereranno nettamente i pc tradizionali come strumenti per connettersi a internet dall'ufficio. Entro il 2015, dice l'indagine, oltre l'80% degli apparecchi di mobile computing, nei mercati più maturi, saranno smartphone; il 20% di questi funzioneranno con Windows, la quasi totalità con Android e iOs.

Gettando lo sguardo ancora oltre, sembra che da qui a tre anni i tablet si aggiudicheranno metà del venduto complessivo di pc portatili, e il podio delle piattaforme operative sarà occupato da Apple, Google e Windows 8, che troverà, quest'ultimo, maggiore spazio in campo business rispetto al consumer.

Conferma lo scenario il ConsumerLab di Ericsson, che, censendo più di 100 mila persone in più di 40 Paesi e 15 grandi città, ha scoperto che la propensione all'acquisto di tablet e smartphone in Italia è maggiore rispetto a un pc tradizionale ma anche a un notebook: smartphone e tablet sono preferiti rispettivamente nel 18% e nel 29% dei casi, pc e notebook solo dal 14% e dal 21% degli intervistati. Senza contare che il 60% degli italiani che possiedono uno smartphone con abbonamento ai servizi voci e dati lo utilizza sul luogo di lavoro per inviare email, pianificare trasferte e altro.

Gartner prevede inoltre che presto inizierà l'era della "nuvola", nella quale l'archiviazione e la condivisione di documenti di vario tipo avverrà prevalentemente su piattaforme cloud accessibili da qualsiasi luogo e in ogni momento. Questo supporto diventerà sempre più centrale nella vita digitale degli utenti, anche sul lavoro, e la funzione privilegiata sarà quella che consente di sincronizzare i servizi cloud tra i vari dispositivi in dotazione alla persona. In media il 50% dei possessori di smartphone e tablet in molti Paesi (Stati Uniti, Giappone, Australia, Svezia in testa) sono attratti dalle potenzialità della "nuvola".

Italiani "digitali", ma non del tutto.

In generale, infatti, le aziende mantengono un passo più lento rispetto ai consumatori nei confronti delle nuove tecnologie, soprattutto quando si tratta di vendere attraverso di esse.

Mentre nel nostro Paese crescono gli acquisti su web, le aziende, da parte loro, si mostrano ancora restie a proporli: nell'indagine realizzata su 200 imprese da Business International per Fiera Milano Media e presentata alla terza edizione di E-commerce Power, evento che analizza l'andamento del commercio elettronico in Italia, si legge che per il 74% delle aziende il negozio fisico resta il veicolo di commercializzazione preferito. Il secondo canale in classifica è internet, con il 58% delle preferenze.

Ma le aziende che possiedono e utilizzano effettivamente un "negozio elettronico" sono solo il 29%.

Tra le aziende non ancora dotate di un punto vendita "elettronico", il 37% afferma di implementarlo in futuro, ma non prima di tre anni; il 34% di non volerne utilizzare nessuno neanche in futuro.

Le aziende che dicono no al negozio elettronico adducono come principale motivazione (82%) il fatto di non trovarlo utile e adatto al proprio business. In alcuni casi, tuttavia, emerge che questa opinione dipende dalla scarsa conoscenza delle potenzialità e degli ambiti di applicazione dell'e-commerce.

Le aziende che, invece, contano di dedicarsi presto all'e-commerce lo faranno perché desiderose di raggiungere particolari target di mercato (80%), di incrementare la curva degli acquisti e di diminuire i costi di struttura, promozione e rappresentanza. L'e-commerce viene visto dalle aziende principalmente come strumento per ampliare in modo immediato il mercato di riferimento e raggiungere una clientela diversa e più estesa rispetto a quella raggiungibile con i tool di vendita tradizionali.

Le aziende, infine, che già percorrono la via dell'e-commerce per commercializzare prodotti e servizi sono spinte dalla possibilità di abbattere alcuni costi connessi alla vendita diretta al pubblico e di accrescere i guadagni e la competitività. Tra le difficoltà maggiori quella di convertire i visitatori del sito online in clienti, difficoltà legata soprattutto allo scetticismo di alcuni consumatori sulle forme di pagamento online, la qualità dei prodotti, le spedizioni, l'assistenza post vendita. Non si può "toccare con mano" il prodotto, ed è questa la barriera più forte che le aziende cercheranno di abbattere nel 2013 (lo ha detto il 59% di quelle che già usano l'e-commerce). Obiettivo da raggiungere destinando una maggiore quota di budget per perfezionare i vari aspetti della vendita online (pagamenti, reclami, garanzie, tempi di spedizione, imballaggi, ecc.).

Infine una ricerca dell'Istat, che ha censito un altro campione per rilevare lo stato di diffusione dell'Ict nelle imprese italiane, parla di un 95,7% di aziende con almeno dieci addetti dotate di connessione internet; il 64,5% dispone di un sito web, ma di queste solo un sesto circa (il 10,6%) offre sullo stesso sito servizi per ricevere ordinazioni o prenotazioni online.

Fonti: ilsole24ore.com, corrierecomunicazioni.it