Pillole


Valeria Tonella Valeria Tonella

"Marylin, meglio se fai la segretaria"

LE LETTERE DI RIFIUTO RICEVUTE DAI GRANDI DELLA MUSICA, DELLA LETTERATURA E DEL CINEMA. MAI DIRE MAI

 

"Mi piace, ma non è ancora pronta". Lo scrisse un discografico di New York all'agente di Madonna, prima che il suo disco d'esordio vendesse 10 milioni di copie.

"Buono il lavoro artistico, ma come linguaggio sei carente" disse un editore al futuro regista Tim Burton dopo aver letto un suo libro (per bambini, The Giant Zlig).

"Siamo spiacenti, ma non inseriremo la sua opera nella nostra collezione". A rispondere, qui, era il Museo d'arte moderna newyorkese, rifiutando un quadro che Andy Warhol voleva esporre gratuitamente. Oggi, nello stesso museo, sono esposte più di 180 sue opere.

Il rifiuto è doloroso, specie quando siamo agli inizi della nostra carriera. Ma queste lettere sono la testimonianza che un rifiuto non è fatale e non determina un fallimento definitivo. Le lettere sono state raccolte dal sito Distractify, e può essere d'aiuto rileggerle, di tanto in tanto, per darci la motivazione che ci serve specie nei momenti "bui".

Per esempio, la Rso Records deve essersi mangiata le mani quando ha scoperto che il singolo degli U2 11 O'Clock Tick Tock, registrato poi dalla Island Records, aveva aperto la strada per vendite pari a 150 milioni di dischi e 22 Grammy Award.

A Stieg Larsson, l'autore della fortunata trilogia Millenium, fu detto che non era abbastanza dotato per scrivere.

La scrittrice Gertrude Stein, che poi riceverà gli elogi di Hemingway, dovette sopportare la più antipatica di tutte le lettere di diniego: Cara signora, sono da solo, da solo, da solo. Una persona sola tutto il tempo. Non due, non tre, solo una. Ho solo una vita da vivere, solo 60 minuti in un'ora, solo un paio di occhi, solo un cervello. Un solo essere umano. Essere uno solo, avere un solo cervello, un solo paio di occhi, solo una certa quantità di tempo, solo una vita mi impedisce di leggere tre o quattro volte il suo The Making of Americans. Mi impedisce anche di leggerlo una volta sola. Un'occhiata sola, una sola occhiata è sufficiente. Difficilmente venderebbe una sola copia. Difficilmente una. Difficilmente una. Grazie. Le rispedirò il manoscritto. Un solo manoscritto, un solo pacco postale. Cordialmente.


E non dimentichiamoci dei rifiutati più famosi: Walt Disney, licenziato dalla Kansas City Star nel 1919 perché "mancava di immaginazione"; JK Rowling, penna di Harry Potter, rimandata a mani vuote da dozzine di editori; Oprah Winfrey, oggi opinion leader mondiale e conduttrice del celeberrimo O.W. Show, licenziata da reporter della Baltimore's WJZ-TV perché "non separava le emozioni dalle storie"; George Orwell, a cui fu detto che La fattoria degli animali non avrebbe mai venduto perché "in America non si vendono storie sugli animali"; Stephen King, il "re" del thriller, a cui rifiutarono una trentina  di volte il suo primo romanzo, Carrie; Marylin Monroe, che si sentì dire: "Meglio se fai la segretaria".