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Valeria Tonella Valeria Tonella

DALLE MONETE DIGITALI AGLI ACQUISTI SU TWITTER: CI PIACE FARLO VIRTUALE

 

LO SHOPPING, OVVIAMENTE. PIÙ REALE DEI FINTI "CREDITI" SUI SOCIAL NETWORK C'È SOLO IL GIRO D'AFFARI CHE NE DERIVA: MILIONI DI DOLLARI

Nel 2006 Second Life lanciava il Linden Dollar, moneta di scambio di quel famoso mondo virtuale con la quale ancora oggi si possono acquistare e vendere case, oggetti, proprietà terriere. Questi dollari sui generis sono convertibili in dollari "sonanti", sulla base del cambio: all'inizio ci volevano 260 "Linden Dollar" per fare un dollaro. Oggi 320 "Linden Dollar" corrispondono a un euro circa.

Bitcoin, Facebook credits: virtuale è bello

Così inizia la storia della moneta virtuale, e gli esempi si sono, negli anni successivi, moltiplicati: dalla meno conosciuta "Bitcoin" (creata da un hacker informatico in arte "Satoshi Nakamoto") ai più noti Facebook "credits", introdotti un anno fa nel social network più frequentato del mondo, e che presto diventeranno l'unica valuta nei giochi e nelle applicazioni. Il volume d'affari di beni o contenuti digitali da acquistare su social network cresce vertiginosamente: Inside Network, in una ricerca, parla di 835 milioni di dollari l'anno. Sempre su Facebook è attiva la funzione "Gift", per fare regali agli "amici", e il fronte si è allargato con l'arrivo sulla piattaforma di Zuckenberg di Azimo, un servizio che consentirà, gradualmente, di trasferire denaro da utente a utente. La vita reale delle persone, come scrive Repubblica, che si sovrappone alla loro estensione digitale, ormai apparentemente irrinunciabile.

In Spagna, dal 2007, vengono scambiate almeno 33 monete virtuali. Sono nate come strumento anti crisi, per sostenere le economie locali, soprattutto all'interno di piccole comunità o gruppi di paesini. Si scambiano nei mercatini, online o col cellulare.

Più recente è la coniazione, da parte di Amazon, di "Coins" (in inglese "moneta" appunto) per un valore di decine di milioni di dollari. Saranno messi in circolazione da maggio e spendibili sull'App store di Amazon e per i prodotti digitali venduti online. Per i primi tempi niente acquisti di oggetti fisici. Un modo, si chiedono in molti, di fidelizzare clienti e programmatori di app?

Twitter, dal micro blogging al micro shopping

E mentre si attende l'evoluzione del fenomeno su Amazon (che intanto va controcorrente confermando l'apertura di un "vero" negozio a Seattle, modello Apple Store), Twitter "cinguetta" sicuro e conferma la possibilità, attraverso un accordo con American Express, di fare acquisti con carta di credito. Il sito di micro blogging ha lanciato un hashtag che gli utenti del servizio AmexSync, già attivo su altri social (es. Facebook e Foursquare) adopereranno per comunicare (a @AmexSync) di voler comprare un prodotto. Il servizio risponderà con un tweet contenente un altro hashtag che l'utente dovrà twittare; arriverà un'email in cui si informa il cliente che l'acquisto è in corso e che ci sono 15 minuti per dare il sì definitiva. A quel punto il prodotto viene comprato, e, in caso di oggetto fisico, spedito all'intestatario della carta American Express. Basterà collegare la carta all'account Twitter sull'apposito sito (https://sync.americanexpress.com/twitter/(X(1)S(rupts2c5y2o412xzvqxqo5ru))/Index?AspxAutoDetectCookieSupport=1).

Non sono ammessi account protetti; per le aziende coinvolte ciò porta alla promozione automatica di prodotti e marchi.

Fonti: La Repubblica, Il Corriere, La Stampa