Distribuzione


Linda Bertolo Linda Bertolo

Dal volume N° 52

La vita è una (s)commessa

 

SE VENDI, RICORDA: SIAMO TUTTI CLIENTI
E AL SUPERMERCATO MAGARI ANCHE TU SEI COSÌ

Nella mia vita ho fatto diversi lavori: barista, impiegata, commessa…
Ma le scene più belle e divertenti sempre al supermercato.
Ho lavorato in diverse catene della Grande distribuzione in quasi tutti i reparti, cassa, ortofrutta, gastronomia, brico, giocattoli, casalinghi, scatolame. Quindi… diciamo che ne ho viste e sentite un po’ di tutti i colori!

Premessa
Cerco di essere sempre gentile e sorridente con tutti i clienti anche se, credetemi, a volte è davvero dura.
Quando arrivano e ti chiedono “Ma lei lavora qui?” ovviamente rispondo “Certo, mi dica!” ma nella mia testa…
“No, cosa glielo fa pensare? Io mi metto sempre un camice per uscire!”
“No, ma hai visto che bel vestito elegante che indosso? Fa parte della nuova collezione primavera-estate di Valentino, sa adesso va di moda lo stile finto povero!”
“No, ma spero che vestita così il direttore mi noti e mi assuma!”
“Sssh! Sono una spia in missione, non si devono accorgere che lavoro per la concorrenza”.

Ci sono mattine in cui inizio a lavorare alle 6, quindi mi alzo alle 5 senza nessunissima voglia di pettinarmi o truccarmi… Alle nove, quando apriamo, sono già stanca e vorrei andare a bere un caffè, ma arrivano a fare la spesa Brad Pitt, Ligabue, Clio Zammatteo e Jean Louis David…

Oppure arriva il cliente simpaticone che ti dice: “Fatto serata, ieri, eh?” (sì, sul divano, con i miei due gatti)
O meglio ancora: “Scusi, posso chiedere a lei per l’asse del gabinetto?” (bene, ma non benissimo)

REPARTO BRICO

“Ma lei è del reparto?”
“No, sono la sosia di Miley Cyrus e sto cercando un cacciavite da leccare”

Nonostante anni di battaglie per la parità dei sessi non c’è niente da fare, gli uomini pensano ancora che noi donne di cacciaviti, batterie auto e trapani non ne capiamo niente. Lo si capisce già quando, dopo l’annuncio “dlin dlon un addetto al reparto brico”, tu ti incammini e vedi il cliente che ti scruta cercando di capire se stai proprio andando da lui e dalla sua faccia si capisce che sta pregando (“fa che non sia lei, fa che non sia lei…”). Quando ti avvicini con un sorriso a 32 denti (“Mi dica!”), lui capisce che le sue preghiere non sono state esaudite. Ma fa ancora un tentativo! “Ma l’annuncio diceva un addettO, non c’è un uomo?”. Lì tu capisci che i reggiseni bruciati da tua mamma e le sue amiche non sono serviti a nulla e allora ti metti a pregare anche tu il santo patrono delle commesse (che forse non esiste ma dobbiamo chiedere a papa Francesco di istituirlo al più presto) che ti dia la forza e la pazienza di sopportare tutto questo. Quando il cliente, finalmente persuaso, fa la sua richiesta, le reazioni sono principalmente due:

a)    soddisfatto della risposta prende quello che cercava e se ne va (e tu ancora più soddisfatta perché credi ancora nella parità dei sessi);
b)    poco convinto va al box informazioni sperando che chiamino qualcun altro, ma naturalmente chiamano di nuovo me e, scocciatissimo, “ma con lei ho già parlato!” E allora, pregando di nuovo (stavolta tutti i santi esistenti), gli dici che, se ha tempo un attimo, chiami il direttore che, ovviamente, gli dice le stesse identiche cose che gli avevi detto tu, ma essendo un uomo lui prende quello che cercava e se ne va, finalmente soddisfatto.

Capisco che per un uomo sia davvero umiliante rendersi conto di saperne meno di una donna, ma vi prego, abituatevi.

REPARTO ABBIGLIAMENTO

Quelle che vogliono spendere poco ma deve essere tutto rigorosamente Made in Italy.
“Queste scarpe dove sono state fatte?”
Alzo la linguetta e leggo:
“Made in P.R.C.”
La Signora che non ha capito l’inganno risponde: “Ah, probabilmente Repubblica Ceca”.
Eh sì, perché se è fatto in Repubblica Ceca da bambini di nove anni va bene, ma Made in China no, per carità!
A parte il fatto che non credo proprio che la P stia per PROBABILMENTE, le rispondo con nonchalance: “No, Made in Italy, Provincia Reggio Calabria”.
“Benissimo! Allora le prendo!”

“Questa maglia c’è solo blu?”
“No, c’è anche bianca”.
“Verde?”
“No”.
“Grigia?”
“No”.
“Gialla?”
“No”.
“Nera?”
“No”.
“Allora solo blu e bianca?”
“Sì, ma se ripassa domani stanotte le tingo”.
“Va bene, allora vengo domani!”

Cartello: “Coperta in pile euro 4,90”.
“Ma le pile dove le devo mettere?”

“Vedo che qua avete solo asciugamani, gli asciugapiedi non li avete?”

“Il prezzo delle scarpe è al paio o l’una?”

“Posso acquistare solo una scarpa?”

“Mi fa vedere le gonne da donna?”

A quel punto ti chiedi se stai lavorando in un sexy shop, perché ne arriva un altro che ti chiede se ci sono le calze in MICROFIGA (ooops!)

“Avete magliette senza maniche?”
“Sì, le canottiere sono nella seconda corsia”.
“No, io cercavo le magliette senza maniche”.

“Sto cercando un gilet con le maniche”
Mi sa che non lo troverai mai, sai?

 

Sicuro di voler entrare anche nel reparto giocattoli e nell'alimentari? Di voler sentire varie ed eventuali "sparate" ad cavolum? E alla cassa, oh alla cassa... Clicca qui per avere l'articolo intero!