Interviste


Maria Bietolini Maria Bietolini

Dal volume N° 64

La tua azienda è sottoassicurata? V+ intervista Gabriele Giacoma, AD Assiteca

 

COME CAMBIA IL RISCHIO D’IMPRESA?
V+ INTERVISTA GABRIELE GIACOMA, AD ASSITECA

“Le aziende prestano troppa attenzione a quanto costa fare certe cose. Dovrebbero preoccuparsi di più di quanto costa non farle.”
Questa frase di Philip Kotler mi è sembrata una perfetta sintesi dei nostri tempi: in questo imprevisto (per noi) ma non imprevedibile (per gli esperti) anno pandemico, le imprese si sono trovate nella tempesta senza salvagente, e in poche avendo imparato a nuotare.

Dopo avere affrontato le fasi dell’emergenza e della ripartenza, oggi V+ prova a guardare oltre, e per capire come tutelare il tessuto produttivo italiano, ha parlato con Gabriele Giacoma, amministratore delegato del maggiore gruppo italiano del brokeraggio assicurativo.
Come “Consultative Broker”, ASSITECA è leader nella gestione integrata del rischio d’impresa.

Ogni emergenza conferma che gli italiani sono ancora sottoassicurati. Perché la cultura della protezione è tanto più sviluppata nei Paesi anglosassoni e molto meno da noi?
Il luogo comune dice che siamo scaramantici, ma io non credo che si possa ridurre tutto semplicemente all’attitudine, al carattere dell’italiano medio: la mia visione è che si tratti di un tema formativo generale ancora assente sia a livello culturale che nei media.
Per qualche motivo, l’assicurazione e la programmazione finanziaria sono considerate poco “appealing”. Come molte persone, anche molte aziende sono sottoassicurate, perché non ragionano sulla pianificazione: il bisogno di tutela e prevenzione dei rischi spesso non è avvertito finché non si arriva a posizioni di un certo tipo.
La cultura crea percezione, che identifica il bisogno, consentendo di vedere – e prevedere – un rischio prima non considerato.

Quali sono i rischi oggi “base” per un’impresa, quelli che ancora non sono percepiti ma che invece dovrebbero essere previsti quasi in automatico?
Uno per tutti è il rischio informatico, già molto presente prima della pandemia, ma a cui l’Italia si è trovata esposta per prima – potremmo parlare di una “pandemia informatica” che ha esposto le aziende a una esplosione del rischio.

Un esempio per capirci: il cosiddetto smart working ha comportato l’apertura delle strutture e reti informatiche delle aziende, per consentire infiniti accessi dalle abitazioni – attraverso reti e dispositivi familiari e modalità meno controllate.
Non c’è ancora abbastanza cultura, e quindi consapevolezza, di quanto sia “banale” il rischio informatico: non c’è la percezione dei danni che può provocare una piccola azione come il clic su un link o la condivisione di una chiavetta o di una connessione wi-fi.
Considerando che già normalmente il 70% degli attacchi subiti dalle aziende non deriva da hacker o azioni fraudolente, bensì dall’interno, è immaginabile cosa sia successo nel periodo Covid… Anche se bisogna dire che in questo caso i media hanno contribuito ad alzare il livello della percezione, e noi abbiamo lavorato moltissimo con le aziende sulla protezione dal rischio informatico.
Le cosiddette polizze Cyber ormai non possono essere rimandate: il livello di rischio “accettabile” va affrontato – e il livello di allerta nelle organizzazioni va tenuto costantemente alto, perché per quanti corsi formativi tu possa erogare, inevitabilmente nel quotidiano l’attenzione si allenta.

Ovviamente c’è poi anche tutta una gamma di rischi base “classici” (tutela dei beni, responsabilità verso collaboratori e terzi…) ma sempre diversissimi da azienda a azienda: l’immagine del vestito tagliato su misura è sempre valida, il broker assicurativo non può offrire soluzioni prèt-a-porter!

Nella proposta di soluzioni, però, ci sarà pure un comune denominatore…
Per noi resta legato al tema principale: quello della cultura. Si tratta di adattare un unico approccio tecnico alla realtà vera e variegata della singola impresa. Si parte da una analisi estesa dei rischi a cui l’azienda si espone nella sua attività, quasi una tac, per arrivare a mappare ogni possibile impatto; solo da qui si può iniziare a definire come operare.

Per restare in metafora: non possiamo cucire senza aver preso bene tutte le misure. Banalmente: un’azienda italiana e una straniera, simili, vogliono entrare nello stesso mercato. A parità di rischio, ci saranno approcci strategici diversi alla gestione del rischio, gestione che va fatta in forma integrata: prevenzione dell’evento dannoso (“come posso evitare che accada?”), mitigazione del danno (esempio: come riaprire in tempi brevi), rischio residuo (da trasferire in una polizza).
Teniamo comunque presente che questa mappatura va manutenuta nel tempo: oggi gli elementi cambiano velocemente. Il Covid insegna: in due mesi sono cambiati i mercati, i modelli distributivi… Le aziende sono esposte a sempre nuovi rischi, va da sé che cresca tanto la figura del Risk Manager (a cui spesso si affiancano consulenti esterni) e infatti è spesso il nostro interlocutore.

Il broker assicurativo come diventa consulente d’impresa?
Il broker è sempre più un mestiere per aziende con le spalle larghe che all’attività tradizionale possono aggiungere l’attività di prevenzione del rischio – per l’azienda significa minore spesa, maggiore efficienza, migliore difesa. È un ruolo con una componente anche etica che il nostro Consultive Broker si conquista grazie alla sua capacità di fornire assistenza all’azienda e alla completezza del suo know-how: è un professionista che si interfaccia con l’azienda, supportato dal lavoro di specialisti nelle classi di rischio.
Naturalmente c’è molta formazione oltre a quella obbligatoria, con molto affiancamento; e questo vale sia per i temi tecnici sia per le nuove tipologie di rischio. Tutto quello che proponiamo alle imprese è stato studiato 12 o 15 mesi prima dai nostri colleghi!

Come creare cultura del rischio d’impresa – nel lockdown e oltre?
ASSITECA ha sempre investito tanto in formazione. Ci eravamo resi conto già in era pre Covid che, vista l’attività frenetica di tutti, un corso che fai quando puoi o vuoi è comodo. Con la nostra Academy consentiamo a tutti – manager, clienti, prospect – di usufruire di incontri per approfondire la cultura d’impresa, con un calendario completo e una modalità – quella online – accessibile a tutti. Il contesto ha poi “obbligato” a farsi una cultura, o una nuova cultura, accedendo agli strumenti e ai momenti formativi che abbiamo intensificato. Perché bisogna essere in grado di fornire risposte in tempi non brevi: urgenti.
Da settembre ci saranno sempre nuovi corsi – anche per gestire situazioni che in futuro saranno sempre più richieste.
La cultura che vogliamo trasmettere va oltre la polizza: l’evento dannoso è meglio che non si verifichi. Anche l’approccio di prevenzione del rischio rientra nell’impegno etico.

 

FOCUS: LA CULTURA ASSICURATIVA D’IMPRESA
Trend e temi di mercato, tematiche tecniche e finanziarie, innovazione, nuovi rischi: ASSITECA Academy è aperta a clienti e manager attraverso internet e i webinar, con un calendario e un archivio formativo disponibili sul sito.


Imprese: quali scenari? Quali punti di possibile debolezza, e quali opportunità?
È impossibile fare previsioni… Io preferisco condividere un pragmatico ottimismo.
Obiettivamente stiamo vedendo un innalzamento del livello della percezione dei rischi.
Un punto chiave è la continuità operativa, perché le catene del valore ormai sono tutte integrate. L’altro è la cyber security, perché i suoi impatti oggi sono devastanti, anche per le conseguenze normative.
Una sfida “post lockdown” sarà anche quella di riuscire ad accelerare alcuni meccanismi di acquisto e digitali prima meno in uso. Quanto resterà? Cosa mancherà?
Bisogna essere più pronti a tutto, ma essere consci di ciò che serve. Avere più occhi – e più aperti: arrivare a questa percezione consente una nuova, più forte visione.

ASSITECA è il più grande broker assicurativo italiano. Adotta un approccio innovativo per la gestione integrata dei rischi aziendali: l’attività tradizionale di brokeraggio è arricchita da servizi di consulenza che completano l’offerta di soluzioni assicurative. Dal 2015 è quotata alla Borsa Italiana – Segmento AIM Italia.
Attiva dal 1982, in Italia oggi conta più di 700 professionisti che curano oltre 4.500 clienti, in tutti i tessuti industriali.