Pillole


Valeria Tonella Valeria Tonella

Dal volume N° 37

Dale Carnegie contro l'ansia

 

Mentre Come trattare gli altri e farseli amici diventava un bestseller, nel 1948 Dale Carnegie pubblicò un altro libro: Come smettere di preoccuparsi e cominciare a vivere. Scrittore, formatore e osservatore della natura umana, Carnegie fu anche insegnante, e quelli che raccolse in Come smettere di preoccuparsi sono aneddoti riguardanti i suoi studenti. Ragazzi e ragazze che, nonostante fossero stati ammessi a una delle università più prestigiose del mondo, la YMCA di New York, venivano fagocitati dall’ansia pre esami.
Carnegie rimase colpito dal potere che l’ansia ha di immergere un essere pensante nella paura. Paura di quello che abbiamo sbagliato in passato – e che può ancora ritornare sotto forma di conseguenza – e paura di quello che potremo o non potremo fare in futuro.
Prima che concetti come “meditazione” e “mindfulness” entrassero anche nel lessico dell’Occidente, il suo libro forniva alcuni consigli pratici molto utili.
1. Il presupposto è che creiamo ciò che temiamo. Perciò bisogna, prima di tutto, tentare di “vivere a compartimenti stagni”, impedendo che passato o futuro tracimino nel presente.
2. L’ansia è un “demone” psicologico che riduce drasticamente la produttività. Perciò, chiediti “Cosa potrebbe succedere di peggio?”, accettalo e pensa a come migliorare la situazione anche nella peggiore delle ipotesi.
3. Pensa a quello che ti sta succedendo come se stesse succedendo a qualcun altro. Riduci il tuo coinvolgimento emotivo.
4. Per ogni problema, chiediti: “Qual è il problema?”, Qual è la causa?”, "Quali sono le soluzioni?”, “Quale soluzione è la migliore?”. Non fermarti alla prima domanda.
5. Non preoccuparti più del dovuto. Se ti serve, per esempio sul lavoro, valuta statistiche e dati che possano tranquillizzarti. Carnegie riporta l’esperienza di alcuni marinai statunitensi terrorizzati dall’eventualità che le petroliere sulle quali prestavano servizio esplodessero. Gli analisti dell’esercito diedero loro dei numeri: su 100 piattaforme colpite da siluri, soltanto cinque erano affondate in meno di dieci minuti, lasciando comunque il tempo di raggiungere le scialuppe.