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Valeria Tonella Valeria Tonella

BLOCKBUSTER MEXICO: UN PEZZO DEGLI ANNI '90 CHE NON MUORE (E CONTINUA A VENDERE)

 

Nel 201o Blockbuster, storica compagnia americana di videonoleggio, dichiarava la bancarotta.

Un pezzo degli anni Novanta che spariva, assieme alla videocassetta, rimpiazzato da internet, dai film in streaming e dalla condivisione "peer to peer" tra gli utenti.

Ma in Messico le cose hanno preso un'altra piega.

Nel 2011 la catena veniva acquistata dalla Dish Network, che a sua volta, quest'anno, ha venduto i punti vendita messicani Blockbuster a Grupo Elektra, società di retail e finanza del Latino America. Costo: 31 milioni di dollari (408 milioni di pesos).

E ora, a Città del Messico, si racconta di file fuori dai negozi con i clienti che aspettano per restituire dvd o giochi per la Xbox.

In gergo si direbbe: c'è ancora flusso di cassa.

Il marchio ha ancora appeal.

È un business attraente.

I numeri parlano: l'accordo con Dish Network ha portato a Elektra 320 negozi. Nei primi tre trimetri del 2013 Blockbuster Mexico ha generato 117,7 milioni di dollari, +3% rispetto al 2012, e solo nel 2013 ha affittato più di 5 milioni di film e giochi, generando circa 176 milioni di euro in vendite (2,3 miliardi di pesos).

Una briciola di quello che Blockbuster fatturava ai tempi d'oro (nel 2004 circa 6 miliardi di dollari all'anno con 9 mila punti vendita negli Usa). Ma noleggiare film e videogiochi funziona ancora, e forse è la base per creare qualcosa di più ambizioso, dicono gli analisti: non è esclusa la vendita di elettronica e di servizi finanziari come l'online banking.

Bisogna considerare che solo il 31% delle famiglie messicane ha il servizio internet (dati 2013), dunque lo streaming o il P2P non è ancora un gigante Golia. Anche in Messico i video piratati sono comuni (9 su 10 dei film acquistati nel Paese, secondo il Consiglio di coordinamento messicano business) e, con un reddito pro-capite che è meno del 20% rispetto a quello Usa, il noleggio video, come qualsiasi altro servizio di intrattenimento, diventa un lusso.

Ma, per ora, la famosa insegna blu con scritta gialla continua ad attirare clienti nei quartieri benestanti delle città messicane, costituendo un interessante caso di studio.

 

Per saperne di più:

http://www.hollywoodreporter.com/news/blockbuster-sells-mexico-stores-31-670845

http://www.businessweek.com/articles/2014-02-06/in-mexico-blockbuster-video-chain-lives-on

La pagina Twitter di Blockbuster Mexico: https://twitter.com/BlockbusterMx