Prospettive


Luca Mazzanti Luca Mazzanti

Dal volume N° 38

Basta, apro in Svizzera!

 

 

«Basta, apro in Svizzera!». Da oltre 10 anni, da quando mi occupo di consulenza per imprenditori italiani che intendono delocalizzare, è questa la frase che sento più di frequente.
Molte volte il mio interlocutore non la dice nemmeno, ma è come se ce l’avesse scritta in faccia.
Non sono così contento, anzi è una cosa che mi rattrista e mi lascia perplesso. Nonostante tanti cavalchino l’onda del pessimismo e della frustrazione per portare acqua al proprio mulino, io l’ho sempre pensata in modo diverso: aprire una società in Svizzera e fare impresa in Svizzera non sono la stessa cosa. Dire “basta, apro in Svizzera” sulle ali della stanchezza e in maniera emotiva non rende giustizia alla forma mentis di un imprenditore e nemmeno alla Svizzera.
La Svizzera non è una scappatoia, ma una scelta da prendere in considerazione, da ponderare e pianificare.
La domanda che mi piacerebbe sentire è dunque: “Voglio delocalizzare. La Svizzera cosa può offrire ed è la scelta migliore per la mia impresa?”.
Allora sarei contento e risponderei così.


Non ci sono Paesi più convenienti della Svizzera?
Risposta: sì, no, forse.
Il Sole 24 Ore ha pubblicato uno studio in proposito molto efficace, dal quale si evincono alcuni dati su cui riflettere: la maggior parte delle imprese prevede un aumento del fatturato del 50% delocalizzando all’estero dal 2019… ma dove?
•    Europa occidentale (Svizzera in primis);
•    Russia;
•    Sud America.


Eppure, oggettivamente, i mercati più favorevoli e attraenti sono quelli africani. Perché non puntarci, allora? Il 40% delle Pmi che reputa i mercati africani vantaggiosi li considera tuttavia poco sicuri per investire.
Quando si parla di fare impresa e di delocalizzare, bisogna infatti ragionare in maniera globale e valutare ogni aspetto che possa incidere sul business.
1.    differenze culturali
2.    stato dei collegamenti e delle infrastrutture
3.    stabilità politica ed economica


Se pensiamo dunque in maniera imprenditoriale e vogliamo delineare un “avvio ben pianificato”, è chiaro che la Svizzera offre per l’imprenditore italiano altissimi vantaggi:
•    è un Paese storicamente stabile;
•    è tra i Paesi al top per collegamenti e infrastrutture;
•    presenta trend di crescita costanti;
•    è da sempre tra i primi tre Paesi al mondo per qualità della vita;
•    ha un indice di corruzione bassissimo (al 5° posto; l’Italia è al 69°);
•    l’imposizione fiscale è mediamente intorno al 21%, contro l’abbondante 60% rilevato in Italia;
•    il rischio di mancato pagamento è praticamente nullo;
•    ha una cultura europea;
•    è vicina all’Italia;
•    il Canton Ticino e il Canton Grigioni parlano prevalentemente italiano.


Cosa si può trovare realmente in Svizzera? Cosa aspettarsi?
Ecco alcuni dati per avere un’idea.
La Svizzera dal 2014 (dati riferiti 2015) ha un tasso di inflazione dello 0%. Ci puoi credere?
Tra i fattori di crescita sostenibile, a dispetto di risorse naturali rispetto ad altri Paesi, si può inoltre notare:
•    un’altissima disponibilità di risorse umane anche qualificate;
•    elevata efficienza istituzionale.
In merito al costo del lavoro qualcuno dice che non sia ugualmente competitiva, ma in realtà non bisogna guardare al costo nominale, bensì inserirla in un contesto dove tutto è proporzionale, e dove l’incidenza fiscale è notevolmente più bassa.
A proposito di rischi, la Svizzera offre davvero grande sicurezza. Specie rispetto ad altri Paesi, europei o la stessa Italia: zero rischio politico/normativo; zero rischio di insolvenza/mancato pagamento da parte delle istituzioni; rischio molto ridotto di insolvenza nel settore corporate. Vi sono comunque alcune misure efficaci per tutelarsi.
Qualche dato demografico: nel 2014 la Svizzera registrava una popolazione di 8,1 milioni di persone. Di questi, 8 milioni, sì proprio 8 milioni, possono considerarsi popolazione ricca (con un salario/reddito sopra la media europea). D’altronde il Pil pro capite in Svizzera è di 65.900 euro, e le importazioni di qualità sono al 62%.
Da un report di Elaborazioni StudiaBo (aggiornamento al 30 novembre 2015), ecco i settori sui quali puntare e quelli in crescita.

Chi può aprire una società in Svizzera?
Secondo l’ordinamento svizzero, tutti i cittadini dell’Unione Europea (a eccezione di Romania e Bulgaria) hanno diritto a vivere e lavorare nel Paese. Ne discende che tutti i cittadini dell’Ue possono mettersi in proprio e aprire una società in Svizzera. Allo stesso modo è possibile per i frontalieri per i quali non si applicano più gli obblighi di soggiorno come nel passato.
Una società svizzera può essere costituita anche senza necessariamente trasferirsi e lasciare il proprio Paese, tramite servizi dedicati.


Che tipo di società si può costituire?
Il primo passo per avviare un business in Svizzera è la scelta della forma societaria.
La scelta dipende dalle necessità imprenditoriali, da esigenze e costi di carattere economico e dal grado di responsabilità che ci si intende assumere.

Le società svizzere più diffuse:
Ditta individuale
Questa forma è chiaramente la più semplice ed economica, ed è indicata per imprenditori che intendono avviare una piccola attività in prima persona. La persona tenuta a essere domiciliata in Svizzera deve avere un permesso di dimora e di lavoro valido per la Svizzera.
Società anonima (SA)
La società anonima Svizzera è costituita da una o più persone, anche giuridiche, che apportano denaro ricevendo delle quote ed azioni. È assimilabile alle Srl italiane e rappresentano la soluzione più veloce ed efficace per la maggior parte degli imprenditori. Almeno una persona con compiti di amministrazione deve essere domiciliata in Svizzera e deve avere un permesso di dimora e di lavoro valido.
Società a garanzia limitata (SAGL)
La società a garanzia limitata è una forma mista tra le società anonime e le società in nome collettivo. Negli anni hanno visto un importante sviluppo.
Nell’ordinamento tributario svizzero sono previste altre forme societarie che potrebbero essere indicate in casi particolari. Tra queste: società semplice, società in nome collettivo, società in accomandita, società cooperative, l’associazione, la fondazione.


Come si vede, non è possibile, come molti fanno credere, individuare sulla carta la forma più opportuna per il proprio business, ed è sempre bene valutare preventivamente pro e contro di ogni scelta.

 Per saperne di più, clicca qui.