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Smart working in Italia: cosa sta succedendo?
Finalmente c'è una legge: il Senato ha approvato il disegno legislativo "a tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato".
- Non è "telelavoro", c'è una differenza: si svolge, infatti, in parte nei locali “interni” all'azienda e in parte all'esterno, con l'aiuto di smartphone, tablet, pc portatili.
- L'accordo con l'azienda avviene sia in caso di assunzione che in caso di contratto in essere, sia a tempo determinato che indeterminato; può essere rescisso con preavviso. Deve essere scritto.
- La retribuzione dovrà essere pari a quella dei colleghi che svolgono attività sempre in ufficio.
Al lavoratore può essere riconosciuto il diritto all’apprendimento permanente, in modalità formali, non formali o informali, e alla periodica certificazione delle competenze. - Anche l'orario di lavoro dovrà rimanere lo stesso. No alla disponibilità 24h, ma orario definito (il cosiddetto "diritto alla disconnessione"). Chiaro che conteggiare gli straordinari sarà più complesso.
- E la salute del lavoratore? Si tratta della parte meno chiara del decreto: il datore di lavoro informerà su tutti i rischi, gli infortuni e le malattie professionali; il lavoratore dovrà rispettare le regole in materia. Punto ancora da definire: come si stabiliscono i rischi "in qualsiasi luogo di lavoro"? Come si legge nel testo legislativo: è necessario "chiarire che gli eventi infortunistici legati esclusivamente alla scelta discrezionale del luogo di lavoro da parte del lavoratore, non potranno essere addebitati a titolo di colpa al datore di lavoro". Quindi, come si procederà a livello assicurativo?
- Altra questione: gli strumenti. Il datore di lavoro si assume onere e costi dei dispositivi usati, anche dei server di posta elettronica e di quelli che fanno funzionare la rete internet. Da capire: come avverrà e in che misura il controllo degli stessi dispositivi da parte dello stesso datore di lavoro.
- Una spinta al coworking: all'orizzonte, ci sono maggiori possibilità, per gli oltre 250 mila smart worker italiani (dati Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano) di condividere gli spazi, anche lontano dall'azienda.

Redazione V+