Noi e gli altri


Edoardo Lombardi Edoardo Lombardi

Dal volume N° 61

Tu decidi solo con il fiuto? Aiuto!

 

#HISTORYTELLING – IL COLPO D’OCCHIO DI NAPOLEONE (E UN UTILE SCHEMA STRATEGICO)

Prendere decisioni valide è l’area in cui i leader spesso si differenziano.
Di alcuni si dice che hanno il “fiuto”, un dono innato che li porta a individuare e scegliere la direzione vincente. La cosa però è un po’ più complessa di quel che può apparire a prima vista.


QUALI SONO I PROCESSI DECISIONALI?
Si affronta il processo decisionale normalmente con due stili differenti:


1.    lo stile deliberativo, che si basa su una sequenza di passi disegnati per sviluppare razionalmente la soluzione desiderata (analisi razionale) e che utilizza fattori cognitivi del tipo di convinzioni, argomenti e ragioni, indicati come conoscenza esplicita;
2.    lo stile intuitivo, che nel contesto del processo decisionale è definito come una modalità di elaborazione delle informazioni non sequenziale. Per farci arrivare alle decisioni, usa scorciatoie approssimative, attingendo anche inconsciamente alla nostra esperienza e alle nostre attitudini e permettendoci di evitare una eccessiva raccolta di informazioni che può ritardare le decisioni.
Nello stile intuitivo diventa fondamentale il tema dell’esperienza che può definirsi come una base di conoscenza generata dalla diretta osservazione o dalla partecipazione in eventi simili, spesso personalmente vissuti con esiti vari.


Secondo Michael Pratt, professore di Management alla Carroll School di Boston, a mano a mano che le persone progrediscono nell’ambito delle organizzazioni, sono obbligate a fare scelte che – per mancanza di tempo e a causa di altri fattori particolari – non possono giovarsi dell’analisi razionale e devono contare sulla loro intuizione. Ma... i leader emergenti devono essere cauti nel dare dei giudizi intuitivi, perché potrebbero mancare dell’esperienza necessaria.

Dice Pratt:
«Se lavori in un’industria dove sei cresciuto “all’interno”, l’esperienza che hai acquisito sarà utile ai fini dell’approccio intuitivo. Se invece ti sei creato il tuo know-how personale in un campo differente, potresti non avere il background adatto per poter contare sulla tua intuizione. (…) Il problema è che se spendi un tempo insufficiente in un settore specifico – diciamo che lavori per un periodo troppo breve alla Finanza e poi vai al Marketing e di nuovo poi passi velocemente alla Ricerca & Sviluppo – diventerai un ottimo manager generalista: ma non guadagnerai l’esperienza necessaria per consentire un efficace processo decisionale intuitivo».


PROCESSI DECISIONALI: I MIGLIORI COACH VENGONO DALLA STORIA
Un personaggio conosciuto per il suo straordinario intuito fu sicuramente Napoleone Bonaparte. Napoleone, già da giovanissimo, era un grande amante della storia militare, che aveva approfondito nei più piccoli dettagli.
Carl von Clausevitz, generale e famoso esperto militare prussiano, che per primo teorizzò la “strategia” e la insegnò alla Berlin War Academy, nel suo libro On War, pubblicato nel 1832, ci aiuta a spiegare l’essenza del suo istinto.
Von Clausewitz chiama "coup d'oeil", cioè colpo d'occhio, il processo mediante il quale Napoleone generava la sua strategia.
Ecco come racconta una storia ambientata durante una delle prime azioni militari del generale.


«Siamo all'assedio di Tolone del 1793. Tolone è il più importante porto militare francese della costa meridionale. Gli inglesi lo hanno invaso e se ne sono impossessati. L'esercito della Rivoluzione francese circonda la città e prepara un contrattacco. Napoleone, giovane ufficiale, arriva a Tolone e si mette a disposizione del suo reparto.
La scena comincia quando Napoleone entra in uno spazioso caffè di campagna. Sotto un braccio porta un libro. Si ferma e si guarda intorno. Il caffè è pieno di soldati in uniforme che mangiano e bevono. Un generale francese siede al centro di un lungo tavolo. Napoleone gli si avvicina, lo saluta, presenta i suoi ordini e si irrigidisce in attesa che il generale gli si rivolga. Gli ordini dicono che egli è nominato secondo in comando dell'artiglieria dell'assedio.
Il generale guarda il foglio e scuote la testa: non ha bisogno di artiglieria.
"Prenderemo Tolone con la spada e la baionetta!"
Napoleone saluta e si gira per allontanarsi. Ma il generale gli prende il braccio e gli chiede:
"Se lei fosse qui, che farebbe?"
Un soldato porta una mappa e la stende sul tavolo di fronte al generale. Napoleone guarda per un attimo la mappa di Tolone e sembra quasi estraniarsi. Poi di colpo poggia un dito sulla mappa e dice:
"Una volta che il forte di L'Aiguillette sarà preso, gli inglesi abbandoneranno la città".
Il generale esplode in una risata, seguito dalle risate di tutti i presenti. Ma Napoleone non si impressiona e lo guarda attentamente con calma, finché le risate si smorzano. Così Napoleone acquista il rispetto dei presenti. Il generale vuole attaccare la fortezza di Tolone con la spada e la baionetta, ma Napoleone ha visto con un colpo d'occhio una strategia diversa: prendere il piccolo forte vicino con il risultato che il nemico si allontanerà.
Nella realtà delle cose poi il generale andò avanti con il suo piano. Fu un terribile fallimento. Parigi lo sostituì. Il nuovo comandante ascoltò Napoleone e s'impadronì del piccolo forte. L'idea di Napoleone ebbe successo, gli inglesi abbandonarono Tolone e la sua carriera decollò da quel momento».

PICCOLA STORIA INSEGNA
Gli storici militari hanno individuato gli elementi che Napoleone ha combinato per generare la sua idea vincente: mappe topografiche, più cannoni portatili, la guerra di indipendenza americana, Giovanna d'Arco. Vediamo il ruolo di ciascun elemento.
1. Le carte topografiche. Esistevano da oltre cent'anni, ma egli fu uno dei primi ufficiali a usarle in ogni battaglia. Sulla mappa di Tolone notò un piccolo forte, L'Aiguillette, su una roccia che dominava la rada.
2. Il cannone portatile. Napoleone non ha inventato neppure questo. A differenza dei cannoni pesanti che hanno difeso i castelli da secoli, il nuovo cannone in uso era già leggero abbastanza da permettere agli uomini e agli animali di trascinarlo quasi dovunque, anche su una roccia.
3. La conoscenza della guerra di indipendenza americana. Il terzo elemento della strategia di Napoleone veniva dal conoscere casi rilevanti: come l'assedio di Boston del 1776, in cui il comandante dell’artiglieria americana generale Henry Knox ebbe l'idea di trascinare i cannoni sulle alture di Dorchester per dominare il porto. Gli inglesi nella città temettero di essere tagliati fuori dalla loro flotta: montarono sui loro battelli e se ne andarono.
4. Il ricordo dell'assedio di Orlèans nel 1429. Napoleone si ricordò di quando Giovanna d'Arco salvò la Francia dalla minaccia inglese. Conquistò la fortezza di Orleans indirettamente, impadronendosi dei forti più piccoli intorno alla città invece di attaccare la fortezza principale.
A Tolone questi quattro elementi si combinarono nella mente di Napoleone suggerendo la strategia vincente.
Fu capace di trovare "negli scaffali della sua mente" un insieme di elementi che avevano risolto in precedenti situazioni i diversi pezzi del problema attuale.
La combinazione era nuova, ma non gli elementi che la costituivano.

LEZIONI DA IMPARARE
Adesso possiamo capire il concetto di "coup d'oeil" di von Clausewitz ed elencare i quattro step che lo compongono.

Questa affascinante storia sul “fiuto” di Napoleone è ben riassunta da una frase pronunciata da Malti Bhojwani, autrice e coach professionale negli Usa:
“Sono convinta che quando decido per intuizione, c’è un cocktail di tutte le informazioni che ho raccolto lungo la strada che mi viene alla mente nel momento giusto!”