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Treccani una di noi (social media management serio ma non serioso)

 

La domenica sera è come il lunedì mattina, se non peggio: presagi di una settimana infinita (anche se qualcuno farà il ponte), allerte meteo, piedi freddi e vetri sporchi. Neanche la partenza della Formula 1 ti dà la scarica di adrenalina necessaria: una pizza d’asporto che arriva già tiepida, e via.
Allegria!
Le sensazioni: ci chiediamo sempre cosa provino i nostri clienti quando usano i nostri prodotti. O chiediamo loro di dircelo. Spesso, però, mancano le parole, e allora ci si limita a un “Si è trovato bene o male?” Il cliente si limiterà a un sì o a un no. Ed è un peccato. Se tutti avessimo più parole per dire come ci sentiamo, la comunicazione tutta farebbe un salto di qualità.
Ed è la direzione che ha preso, in maniera egregia, l’Enciclopedia Treccani con i suoi social.


Piccolo grande esempio di social fatto bene


Ieri sera su Facebook usciva questo post:

Non è facile spiegare il sentimento che ti attanaglia quando la pioggia di una domenica sera ti prende le ossa - e la Treccani lo fa con una canzone: “Perché adesso la notte è finita e la luce è accesa E mi sveglio in un posto qualunque alle sette di sera Le gengive, la serotonina, tornare a casa Nel crepuscolo nero di tram e anziani in chiesa”. Con l’aggiunta: “ È domenica sera e siamo tutti le creature più sole su questo pianeta”. Sentimento condiviso e condivisibile. E poi uno strumento: “Quindi facciamoci compagnia con la nostra playlist su Spotify: bit.ly/TreccaniPlaylist” Si poteva dare la definizione di serotonina (La serotonina è un neurotrasmettitore sintetizzato nelle cellule del sistema nervoso... Alterazioni della trasmissione serotoninergica sono presenti nella depressione, nell’ansia...) e fermarsi lì, e invece no. Mille punti. Ma tutta la pagina è un piccolo gioiello di social media management: i toni non si scaldano mai. I commenti sono pacati ma non “copiaincollati”, e creano un’atmosfera di piacevole condivisione di informazione - nonostante il prodotto “serissimo” (cosa c’è di più serio della lingua italiana?) “Avevo giusto bisogno di qualche altro motivo per amarvi”, “La Treccani che cita I Cani: traccia per il prossimo tema in classe”, “Brividi etimologici”, fino al più appassionato “Vi voglio bene”. Altri esempi: Con tanto di utenti che diventano “ambasciatori del brand”:


 Tutto ciò è meraviglioso, per un social media manager, che però prima deve aver fatto bene il suo lavoro, per esempio rispondendo sempre senza innescare la disputa o dare assist negativi. 

 In fondo la lingua italiana è una cosa seria, ma neanche la lingua italiana giustifica risposte stizzite.
E tutto ciò rende “La Treccani una di noi”, come commenta qualcuno, che può essere l’appellativo a cui aspirare: se il nostro prodotto diventa “uno di loro”, “uno degli utenti”, è fatta.
P.S. Andate a vedere anche la pagina Instagram...