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Valeria Tonella Valeria Tonella

Petit e la creatività del fuorilegge

 

Tutti sanno che Philippe Petit è diventato famoso per aver camminato su una fune da una cima all'altra delle Torri gemelle a 400 metri di altezza. Era il 1974. Lo fece in via del tutto illegale, e non a caso questo libro si sottotitola Il crimine perfetto: Petit vede in ogni creatore di qualcosa un "fuorilegge" che rompe le leggi.

Questo libro sono le sue "confessioni". Le chiama così.

Confessioni, non a caso: tutti sanno che Philippe Petit fece il "colpo" al World Trade Center (e tanti altri), ma non tutti sanno che: primo, Petit venne beccato durante i preparativi, e sembrava che l'impresa non dovesse farsi mai; secondo, che nulla fu improvvisato.

Non si trattò di un funambolo che una mattina decise di dar spettacolo: dietro ci fu un grande progetto, anzi un "processo" creativo che dovette tener conto di tantissime variabili. Il meteo, il personale dei grattacieli, l'attrezzatura, i fornitori.

Dopo 30 anni, Petit mette nero su bianco, in un quaderno, le "non regole" della sua creatività. Lo mette in chiaro fin da subito: questo è il mio metodo, voi trovatevi il vostro. Ma c'è un sacco da imparare.

Si scopre un Leonardo Da Vinci moderno, un uomo pieno di inventiva, un autodidatta che parla più lingue, un osservatore dei più piccoli fenomeni, un disegnatore provetto, un papà intraprendente. Insomma, una mente geniale, che organizza tutte le sue attività in base a uno scaffale dei pensieri, che tiene un diario degli "allenamenti" quotidiani, che si domanda come funzioni una serratura, come faccia a crescere un'idea, come si scriva una lista.

Umilissimo: neanche a lui i fallimenti piacciono. I progetti più ambiziosi sono quelli che, se crollano, accoltellano il cuore (dice proprio così).

Al World Trade Center mi beccarono. Voglio dire: qualche mese prima della mia traversata sulla fune. Ero andato sul tetto della Torre nord per controllare i lavori. Un poliziotto mi saltò addosso. Minacciò di rispedirmi in Europa. Questo fatto tagliò il mio sogno in due come il colpo di scimitarra di un samurai, scatenando il deragliamento del mio processo creativo.

Ma Philippe non si dimenticò del suo sogno, e il consiglio che dà a tutti è: sorprendetevi! Andate sull'orlo del dirupo! Non abbiate paura di cadere.

E detto da lui...

 

"Sono oppresso dal peso di un obiettivo spropositato". "La scadenza è impossibile da rispettare". "Sto utilizzando gli strumenti sbagliati". "Non sono in grado di mantenere la concentrazione. "Da solo non posso farcela". Ecco degli esempi di pensieri erronei che tendiamo a fare quando un mix di stanchezza fisica e mentale si impadronisce del nostro operato. A me succede quando corro troppo, troppo veloce, per troppo tempo. Cosa faccio? Cerco di non voltarmi indietro quando trovo un muro a ostruirmi il passaggio. Non posso farlo crollare, ma posso trovare un punto debole, una fenditura. Nessun muro (come nessun essere umano) è perfetto.

Le avversità offuscano la nostra capacità di giudizio. Ma nella mia vita gli sbagli sono sempre stati i miei insegnanti più persuasivi, nonché i più severi. Dovrebbero aggiungere un corso di Errori a scuola: "Allora. Martedì voglio che tutti voi commettiate degli errori: da essi impareremo. E non imbrogliate: guai a chi propone sbagli già fatti in passato".


Un libro per tutti: conferenzieri, artisti, architetti, professionisti. Sognatori professionisti.

Creatività, Philippe Petiti, Ponte alle grazie