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Valeria Tonella Valeria Tonella

Non puoi sopravvivere ai gruppi Whatsapp

 

“Credo di non poterne uscire mai più”. Battuta attribuibile a un soggetto con grave dipendenza; la realtà, se possibile, è più amara: a renderci schiavi, oggi, sono i gruppi su Whatsapp.

Ci vieni ficcato dentro contro la tua volontà e non puoi uscirne senza far scoppiare un caso diplomatico; se qualcuno ti sta antipatico, puoi al massimo scorrere velocissimamente i messaggi, cercando di non leggere i suoi; se qualcun altro abbandona il gruppo che TU hai creato, ti sentirai offeso peggio che se ti avesse insultato la madre o la prole.


Nel tempo della condivisione infinita, i gruppi di Whatsapp ci stanno mettendo alla prova. I normali rapporti faccia a faccia, che ci garantivano momenti di necessaria solitudine, permettendoci di allontanarci un po’quando ne sentivamo il bisogno, vengono spinti all’estremo dalle due spunte che “come mai non hai letto, eh? EH?”


E allora subito una precisazione: togliere le spunte blu e la visualizzazione del tuo ultimo accesso non è da egoisti. Fallo, se vuoi. Ne guadagnerai in salute mentale.
Ma c’è una cosa da dire: non si sopravvive ai gruppi Whatsapp. Prima o poi ti faranno impazzire, e se ci sono dei rimedi, sono solo dei placebo.


Sappiamo bene che il Grande fratello di Orwell (non quello di Barbara d’Urso) è arrivato anche nei gruppi Whatsapp: non puoi lasciarne uno senza che nessuno se ne accorga. Abbandonalo e tutti vedranno che hai abbandonato. Pece nera bollente e piume! “Ma volevo solo... Ho troppi gruppi... Volevo... pietà! VI PREGO! Voglio uscire!” Non ti ascolteranno. O almeno Whatsapp non lo farà, perché questa funzione ancora non esiste, e c’è del sadico.


Silenzierai l’audio, allora, per otto ore, una settimana, un anno... premurandoti di archiviare la conversazione, se non vuoi leggere cosa pensa il tuo ex della tua vita senza di te o se non te ne frega niente degli ultimi 167 messaggi. Come bere un tè caldo quando hai la febbre: non ti risolve il problema, ma ti dà sollievo.


Sicuramente dovrai disattivare il download automatico delle immagini, per evitare di trovarti la galleria intasata di foto di persone che conosci appena (o della nuova fidanzata del tuo ex). Qui Whatsapp ha avuto più clemenza...


Se ti preme non fare la figura dell’antipatico o dello snob, intervieni di quando in quando con una emoticon (un pollice in su, una faccetta che ride); sembrerai presente e non farai danni. Se c’è una cosa che accomuna tutti i gruppi Whatsapp è che qualche messaggio va sempre perduto. Nessuno (o quasi) si accorgerà che sei in modalità “fantasma”...


Se qualcuno dovesse fartelo notare (perché è s****o nell’anima), digli che hai veramente troppi gruppi. Ormai TUTTI hanno troppi gruppi, e con una faccia d’angelo potresti pure suscitare tenerezza.


Sembra brutto, ma se sentite di dover approfondire un discorso con una persona del gruppo, fatelo in chat con lei, e stop. Come con i cari, “vecchi” sms. All’inizio ti sembrerà di essere subdolo e falso, perché non parli apertamente con tutti. Poi (e ci vorrà pochissimo tempo), penserai “ma chissenefrega”. Un passaggio naturale, vedrai. Fidati.


E infine quando deciderai di abbandonare un gruppo per x motivi, fallo a testa alta. Nessun rimpianto, nessun rimorso. Oggi lasciare un gruppo su Whatsapp equivale a una dichiarazione di guerra: “Ma perché?”, “Ma cosa ti abbiamo fatto?”, “Mai sei arrabbiato?” e via così. “No, non sono arrabbiato, no. Sono un essere vivente, ho bisogno di vita vera, vita non virtuale. Anche”.


Purtroppo esistono ancora persone (dovrebbero estinguersi!) che abbandonano i gruppi come atto di protesta, con la drammaticità che solo Anna Karenina. Lo fanno per attirare l’attenzione, per ricevere messaggi del tipo “Ehi, tutto ok?”, per esserci. Oh sì. Ci avete mai fatto caso? Abbandonano per essere più visibili. Abbandonano per mostrarsi. Far sentire l’assenza. Ed è un po’ inquietante, ma anche la norma: fa più scalpore uno che disattiva il profilo Facebook di uno che si fa Instagram. I post Millennial, ormai, quelli nati dal ‘95 in poi, considerano i social uno standard, qualcosa di assolutamente normale, come avere l’elettricità. Ma invece di vederla in negativo (“ecco, le solite generazioni moderne!”), guardiamo al positivo: questa sovrabbondanza di virtuale spinge molti a rivalutare le relazioni, senza lo smartphone di mezzo. Perché quando è troppo, è troppo. Perché basta.


Dunque si può sopravvivere ai gruppi Whatsapp? Nì.
L’unica è prendere le distanze, quando vi verrebbe da prendete a testate l’armadio.
Non abbiate paura di dire basta.
Basta alle spunte, basta ai gruppi di Whatsapp.
Almeno un po’.
Non morirete, non moriranno gli altri. E presto se ne faranno una ragione.
O aggiungeranno qualcun altro sul gruppo per compensare la vostra assenza.
Ottimo, no?