Strategie e tecniche


Valeria Tonella Valeria Tonella

Dal volume N° 41

Le aziende sanno usare le banche immagini?

MINI GUIDA ALLA FOTOGRAFIA “STOCK”,
PER MIGLIORARE E PERSONALIZZARE
LA GRAFICA DELLA TUA AZIENDA

Rebecca Ariane Givens è una personal trainer di New York e ha un blog a tema benessere (Radiant Peach); ma per tutti è “la ragazza asiatica delle immagini stock”.
Infatti potrete anche non conoscerla, ma il suo viso lo avrete sicuramente visto almeno una volta: sul cartellone promozionale di una palestra, sul sito di una banca, su un volantino di supermercato.
Rebecca è uno dei soggetti più scelti dalle aziende nelle banche immagini, e si è guadagnata – meritatamente – il titolo di “overexposed model”, una pagina Tumblr e una Facebook di 16 mila fan che regolarmente scovano sue foto, le pubblicano e, letteralmente, la adorano.

Rebecca Givens e il suo successo sono la cartina torna sole di un fenomeno comune: l’uso da parte delle attività commerciali (di qualsiasi tipo, ormai) di immagini già pronte, preconfezionate, a pochi euro, di solito usufruendo di pacchetti promozione.
La domanda è: sta funzionando tutto come dovrebbe? Le aziende usano bene le banche immagini o c’è qualcosa che si potrebbe migliorare?

IL SUCCESSO DI ARIANE: PERCHÉ?
Di Rebecca Givens si sa parecchio (ha anche un profilo Linkedin) e, come ogni professionista, cerca di pubblicizzare il suo lavoro principale, quello della consulente sui temi bellezza, salute, fitness a largo spettro. Il suo slogan? “Restare in forma può essere divertente”. In effetti, nelle sue presentazioni, colpisce soprattutto il sorriso. Grande, contagioso… fotogenico.
Foriero di successo? Chi lo avrebbe detto. Forse il fotografo per cui Rebecca posò una volta – forse per caso – e che si accorse che nei siti “stock” (vedi sotto) le immagini con Rebecca vendono benissimo.
Rebecca ha deciso così di intensificare questa attività (per arrotondare) finendo per “mettere la faccia” praticamente su ogni web site, folderino, articolo di informazione.
Nasce il fenomeno della “modella stock”.
E come biasimarla?


Ma si tratta di un successo a tutto tondo?
Il fatto che le aziende (o attività commerciali) tendano a ricorrere allo stesso tipo di immagini non è forse indice di un’immagine aziendale poco curata o ormai livellata?
Tutta uguale?

“STOCK PHOTOGRAPHY”: I SITI E COME FUNZIONANO
“Stock” significa “scorta”, “riserva”, “assortimento”. Il concetto dei siti di fotografia “stock” è proprio questo: raccogliere e immagazzinare in “gallerie” foto, illustrazioni (ma di recente anche video e audio) che, se acquistate dall’utente, possono essere pubblicate “royalty free”, libere da diritti d’autore (con la dovuta attenzione alle licenze previste dai vari siti – argomento che meriterebbe un articolo a parte!).

Quotidiani e magazine hanno iniziato a usufruire del servizio di immagini stock fin dagli anni Venti, quando cercavano delle alternative ai fumetti o ai disegni fatti a mano. Inizialmente assumevano dei fotografi per creare degli archivi da cui attingere; poi si diffuse sempre più il mestiere del freelance, che vendeva i suoi scatti/lavori (riuniti dentro dei “portfolio”).
Con l’avvento di internet, gli archivi sono stati digitalizzati e trasferiti online, cambiando supporto, ma mantenendo di fatto la stessa logica.
Nel 1997 nasce Getty Images, una delle agenzie di fotografia stock tra le più famose e usate. Oggi vi si trovano 80 milioni di immagini e illustrazioni e circa 50 mila ore di filmati. Negli anni, Getty Images ha acquisito altre agenzie (vedi iStockphoto), aumentato sempre di più il suo target (dalla pubblicità ai media, alla comunicazione aziendale) e migliorato l’usability, ad esempio dividendo i materiali per categorie (tag) e creando dei motori di ricerca interni.
Altri esempi di agenzie, fondate dal 2000 in poi, sono Shutterstock, Fotolia e Dreamstime.

LE IMMAGINI STOCK: TROPPO “FREDDE”?
Nei campi della grafica e dell’informazione, dire che un sito o un catalogo hanno usato “immagini stock” è di solito sinonimo di immagini:
•    troppo istituzionali;
•    fredde, patinate;
•    tutte uguali.

Il problema, però, non sta tanto nelle immagini in sé (nonostante ce ne siano di inguardabili…), quanto nell’utilizzo che ne facciamo.SCOPRI COME USARE LE IMMAGINI STOCK SENZA RINUNCIARE ALLA QUALITÀ, ALLA CREATIVITÀ E... ALLE VENDITE! SUL NUOVO NUMERO DI V+. LEGGILO QUI!