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Valeria Tonella Valeria Tonella

LA MODA NON PASSA SE È "SOCIAL"

FOTO DEI CAPI D'ABBIGLIAMENTO, SFILATE IN STREAMING, ESALTAZIONE DEI PRODOTTI O DELLE MAISON: COME SI VENDE IL FASHION SU FACEBOOK E LE ALTRE PIATTAFORME

Uno sguardo alla moda internazionale: lo diamo con la ricerca "Fashion - Luxury & Haute Couture" all'interno dell'Osservatorio Brands & Social Media di Digital PR e OssCom (centro di ricerca sui media e la comunicazione dell'università Cattolica). La ricerca ha analizzato l'uso che le prime 14 aziende del fashion nel mondo hanno fatto dei social network nel mese di gennaio.

Presenti all'appello marchi ultra noti, come Burberry, Dior, Dolce & Gabbana. E alcuni dati e trend sono da evidenziare:

• sui social media la moda sceglie per lo più strategie globali: la tendenza è quella di creare profili internazionali, invece di profili localizzati per lingue o Paesi;

• i più utilizzati sono Facebook e Youtube. In terza posizione Google+;

visualità: saturazione delle piattaforme "visual", come Youtube, Pinterest, Instagram, e forte diffusione di contenuti a immagini anche su piattaforme miste (Facebook) o text-based (Twitter).

centralità del video: per esempio, diffusione in live-streaming delle sfilate. Alla portata di tutti esperienze un tempo riservate a pochi eletti.

• elevata sperimentazione nel mondo delle app;

socialità "verticale": elevatissimi tassi di risposta da parte degli utenti, che esprimono l'attaccamento al brand con "Like" o brevi commenti; manca tuttavia un reale flusso di conversazione fra gli utenti e il brand;

• tre stili comunicativi: il brand viene interpretato 1) come prodotto, 2) come mito, 3) come lifestyle. Nel primo caso il focus è sui prodotti (esempio, Burberry e il trench); nel secondo sulla filosofia della maison; nel terzo caso il brand evoca uno stile di vita.