Noi e gli altri


Valeria Tonella Valeria Tonella

"Fai quello che ti piace, anche se non piace agli altri"

L'INSEGNAMENTO E L'ESEMPIO DEL VIGNETTISTA BILL WATTERSON, PAPÀ DELLA STRISCIA "CALVIN AND HOBBES", FAMOSA IN TUTTO IL MONDO

Lavorare non è sempre piacevole, ma non lo è mai se non piace. In questo caso non ci sono mercati o capi che tengano: un lavoro che non sentiamo nostro diventa un'autentica tortura!

Occorrono dedizione e ispirazione genuine, e per questo ci viene in aiuto la storia di Bill Watterson. un venditore? No, un fumettista. Sì, Watterson è l'autore, americano, di una famosissima "striscia" di cartoon, nato nel 1958 e tuttora in vita. La sua creazione più famosa sono le vignette di Calvin and Hobbes, disegnate da Watterson dal 1985 al 1995 per raccontare i dialoghi tra Calvin, bambino di sei anni turbolenti e senza filtri ma sensibile, e Hobbes, la tigre di pezza sua compagna di giochi che si anima grazie alla infinita immaginazione di Calvin. Le vignette conquistano da subito una grande popolarità internazionale, anche tra gli adulti, per le riflessioni sulla società spesso spiazzanti e l'umorismo intelligente. Arrivano a comparire su oltre 2 mila pubblicazioni diverse (in Italia sul mensile Linus e Comix).

Persona molto schiva, Watterson nel '95 si ritira, senza più apparire in pubblico, concedendo poi pochissime interviste e realizzando ancora due o tre disegni. Nel 2014 la notizia della sua riapparizione, per contribuire alle strisce di un altro autore americano, Stephan Pastis. Gli viene conferito il Grand Prix, massimo riconoscimento nell'ambito dell'Angoulême International Comics Festival, che si tiene tra gennaio e febbraio in Francia.

Al di là della vita sociale, Watterson è sempre stato considerato un esempio della dedizione al lavoro e dell'ispirazione di cui vogliamo parlare. Lo ha fatto anche un famoso sito per freelance, freelanceunion.org, in un articolo intitolato "Le quattro cose che tutti i lavoratori indipendenti dovrebbero imparare da Bill Watterson". Sono insegnamenti molto significativi, che riprendo qui perché possano essere di ispirazione a tutti i venditori, "indipendenti" e non". Ci sono, infatti, molti tratti in comune tra la vendita e l'arte di Watterson: lavori che richiedono lunghe gavette, spesso considerati di scarso valore sociale. "Perché non ti trovi un vero lavoro?"...

Vediamo, allora, cosa consiglia Bill ai colleghi.

1. Non smettere mai di  fare quello che ti piace, anche se non piace a nessun altro.

Dopo aver preso il diploma nel 1980, Watterson trova lavoro al Cincinnati Post come vignettista politico. Lo licenziano dopo sei mesi, ed è costretto a tornare nella casa dei genitori. Un inizio poco promettente. L'impiego successivo è per una agenzia di pubblicità (che gli "succhia l'anima") continuando a disegnare vignette per conto proprio per quattro anni. Dice Watterson: "L'unico modo per imparare a scrivere e a disegnare è insistere a scrivere e a disegnare… persistere di fronte a ogni rifiuto richiede un profondo amore il proprio lavoro".

2. La conquista della felicità non è facile, ma sei l'unico che può lavorarci su

Nel discorso ai diplomati del 1990 al Kenyon College, Watterson ricorda agli studenti di non lasciare che siano gli altri a definire la loro idea di successo. Il successo non è solo un titolo o uno stipendio. "Pagate le bollette, ma non sacrificate gli hobby e il tempo per la famiglia. Non sarete meno ambiziosi, se lo farete". E conclude: "Dare un senso alla vostra vita non sarà facile, ma neanche impossibile. E credo che la felicità vi ripagherà della fatica".

3. Le loro restrizioni non dovranno essere le tue restrizioni

Quando comincia a disegnare, Watterson non ama la striscia in bianco e nero, in tre o quattro immagini, tipica dei quotidiani. Pensa che sia limititativa, che impedisca di raccontare bene una storia. Si adatta a questa regola, per un po', poi rompe quei limiti e va oltre. Non solo propone ai quotidiani un nuovo layout a colori, ma li mette nella condizione di "prendere o lasciare": se vogliono pubblicare "Calvin and Hobbes" così come lui gliela propone, bene, altrimenti possono trovarsi un altro disegnatore. Questa tenacia viene ripagata, e molti giornali accettano il cambiamento. Inizia per Watterson un periodo di grande creatività, nel quale può fare esattamente il lavoro che ha in mente. "Questi ultimi anni, specialmente le strisce della domenica, sono quelli di cui vado più fiero. Si avvicinano molto alla mia idea di come una striscia deve essere".

4. Se non hai una storia da raccontare, non raccontarla

Watterson fa uscire Calvin e Hobbes dalla sua penna dal 1985 al 1995. Combatte affinché il suo modello di fumetto prenda piede, e viene ricambiato con una popolarità incredibile. Allora perché, nel 1995, si ritira "dalle scene"? In una lettera agli editori confessa: "Non volevo che diventasse tutto una ripetizione. Ho lavorato duramente per rispettare scadenze e spazi dei giornali; ora ho bisogno di andare a un ritmo più lento, con meno restrizioni artistiche". L'ultima strip di Calvin e Hobbes li ritrae mentre giocano sulla neve con lo slittino, pronti a esplorare insieme un magnifico mondo.

Watterson avrebbe potuto continuare e guadagnare anche molto, ma non lo fece, per "fede" verso il proprio lavoro. Conosceva i propri limiti e soprattutto conosceva il proprio stile e non voleva cambiarlo.

Siamo capaci, noi, di dimostrare lo stesso amore per il nostro mestiere?

 

Se fai il lavoro abbastanza male, dopo magari non te lo fanno fare più. (Bill Watterson)

Se una cosa è così complicata da non poter essere spiegata in 10 secondi, allora non vale la pena di saperla. (Bill Watterson)