Strategie e tecniche


Margareth Spivey Margareth Spivey

ENGLISH FOR SALES

MERCATO GLOBALE? LINGUAGGIO GLOBALE! COME EVITARE EQUIVOCI E BRUTTE FIGURE, USANDO L’INGLESE IN FASE DI VENDITA

 

Si sa: il mondo della vendita ha un modo d'esprimersi che lo caratterizza e distingue. Del resto, l'evoluzione del mercato globale richiede un linguaggio sempre più appropriato e sofisticato, che spinge a rafforzare la padronanza della lingua inglese. In particolare... la sua pronuncia: perché gli effetti sonori possono essere la chiave di un vostro successo o, al contrario, causare danni – al vostro business, ma anche alla vostra immagine professionale.

Tranquilli: non è necessario dedicare troppo tempo al tedioso studio della grammatica, quanto concentrarsi su alcuni punti chiave che possono fare la differenza e incidere sulla credibilità professionale del “venditore globale”. In breve: il vantaggio che separa i professionisti (della vendita) dai dilettanti.

 

Let’s speak English!

Un buon modo per iniziare è quello di familiarizzare con alcuni suoni “particolari” dell'inglese: “H” (suono aspirato, come i Toscani), “TH” (lingua fra i denti) e “W” (come una “u” prima del suono successivo). Fondamentali nel linguaggio comune, lo diventano ancora di più nel messaggio della vendita, in quanto alcune parole di suono simile hanno significati molto diversi. La chiarezza di questi suoni quindi è determinante nelle fasi cruciali delle trattative, credetemi!

È importantissima l'esercitazione quotidiana, iniziando con frasi “semplici” di uso più corrente, perciò più facilmente comprensibili, lasciando da parte i termini tecnici.

Un esercizio molto utile è quello dello scioglilingua, ancora oggi molto usato nell'industria televisiva, ma anche tra chi fa dell'oratoria un mestiere. Una tecnica di allenamento che precede il momento sul campo!

Provate, quotidianamente, questi tre suoni e combinazioni:

"He thinks things through when he walks that way Thursday, and while his third wife washes his hat thoroughly; neither would think of bothering one another while they both wait for their whisky and water".

Nei territori anglosassoni, è un esercizio molto diffuso. Vi sembra folle? Pensate che un piccolo errore di pronuncia può diventare letale, fino a decretare il fallimento di una lunga e faticosa trattativa con la multinazionale X.

Considerate, ad esempio, la differenza nella pronuncia e, quindi nel significato, delle seguenti parole, che sono molto familiari nella lingua inglese:

 

Safe (seif), sicuro vs. Save (seiv), risparmiare

Hungry (hangri), affamato vs. Angry (angri), arrabbiato

Tuesday (tjuzdei), martedì vs. Thursday (thurzdei), giovedì

Won't (uont), “non lo farò” vs. Want (uant), volere/voglio vs. Went (uent), andato

Suit (sut), vestito vs. Sweet (suit), dolce vs. Suite (suit), suite

Own (oun), proprio vs. On (on), su

Must (mast), dovere/devo vs. Most (most), il più

Clothes (kloths), vestìti vs. Close (kloz), chiudere/chiusura

 

Al telefono può succedere di utilizzarne molte: e sarebbe imbarazzante arrivare all’appuntamento il giorno sbagliato, o proporre al cliente di acquistare uno dei vostri vestiti invece di uno stock di dolcetti in catalogo!

 

Very important!

L'inglese non accetta una pronuncia “allungata”. Con qualche eccezione... molto note, ad esempio: “law” e “email”.

Legge è “Law”. Va pronunciata senza la “w” e allungando un po’ la “a”: “la” o “laa”. In caso contrario, si potrebbe confondere con “low”, che significa “basso”. Guai seri, poi, se il suono “w”, viene confuso con “v”: l'interlocutore sentirà, con un certo imbarazzo, “love” (amore, che si pronuncia “lav”). La trattativa contrattuale assumerebbe contorni imbarazzanti…

In “email”, la “e” (abbreviazione di "electronic") si legge “i” e va stressata nella pronuncia. Ciò perché in inglese la parola “posta” è tradotta “mail”: quindi una dizione errata potrebbe fuorviare l'ascoltatore, lasciandolo in attesa di un invio o di una conferma cartacea, ad esempio; fino a fargli temere trattative molto lente (“snail mail”). Letteralmente: posta della lumaca.

Decisamente sconsigliabile, don't you think?

 

E per chiudere…

Esistono, poi, parole obbligatorie nel vocabolario del “professionista della vendita” cioè del sales professional (definizione professionale chiara e autorevole, tra l’altro comprensibile da tutti anche in Italia, ma chissà perché da noi poco usata… pensateci!).

Un termine importante per gli affari, è “free”: libero, ma anche gratuito... occhio!

E, tornando alla pronuncia, occhio anche a non confonderci con “three” (tre) o “tree” (albero). Esercizio scioglilingua: “The Three free Trees”, da ripetere velocemente per cinque volte.

Gli oratori raffinati sanno come pronunciare “complimentary” (che si usa per dire anche “in omaggio”) e insistono con l'accento su “men”. Lo stesso dicasi per “management”, dove l'accento va su “man”. Sorry, Ladies!

 

Una buona chiusura, su email o a voce, è possibile con: “I'm looking forward to...”, “We will see each other…” oppure “We will be in touch with each other...”.

Sono indice di buona educazione, ma soprattutto globali, moderni e rinfrescanti, in particolare se paragonati a saluti d'altri tempi. Consiglio di memorizzarli per evitare di omettere anche una sola parola.

 

Infine, alcuni consigli. Parlate lentamente, in modo chiaro e uniforme, piuttosto che trasmettere concetti veloci, confusi e disuguali. In cambio riceverete risposte positive e focalizzate sul punto desiderato. Può anche rivelarsi utile per favorire un ritmo comprensibile nelle trattative con quei parlatori abituati a modalità di comunicazione molto complesse.

Quando la vostra pronuncia migliorerà, coglierete gli effetti di una piccola magia: aumenteranno in contemporanea il vocabolario e la vostra stressa comprensione della lingua. Acquisirete fiducia e, con questa, maggiori certezze e versatilità nel mondo globale di oggi.