Interviste


Doris Zaccaria Doris Zaccaria

Dal volume N° 64

«Dopo tanto isolamento, la relazione è essenziale anche da remoto»

RIFLESSIONI DI UNA FORMATRICE - DORIS ZACCARIA

 

1.    Formazione ed eventi post lockdown: è cambiato il format? Se sì, come? Quali soluzioni concrete per coniugare il bisogno di formazione e quello di sicurezza?
(Es.: modalità digitali, forme ibride, previsioni per la ripresa di attività in presenza…)

Per quanto mi riguarda ho dovuto rinunciare a molte attività formative già previste, perché alcuni committenti non sono riusciti ad adattarsi rapidamente alla situazione.
Se per un’azienda può essere facile (tutto sommato) acquistare l’accesso a una piattaforma di videoconferencing, altri enti (penso a quelli con una partecipazione pubblica) devono indire bandi di gara per la fornitura dei servizi.
Questo ha allungato i tempi e così molte aule che avrei dovuto tenere nel primo semestre sono saltate.
Fatta questa premessa, la formazione online ha caratteristiche differenti da quella in presenza. È indubbio, per esempio, che per chi segue a distanza sia più difficoltoso mantenere la concentrazione. Anche il relatore, senza i feedback diretti dell’aula, fatica di più. Non stupisce quindi che i nuovi format in videoconferenza prevedano lezioni più brevi.
È difficile prevedere la ripresa di attività in presenza. Come formatrice, so che è stancante parlare per molte ore di fila e non so se riuscirei a farlo con la mascherina (col rischio, oltretutto, che quello che dico non si senta bene). Bisognerebbe quindi ripensare le aule, magari con una separazione fisica fra il docente e i discenti.

2.    Quali sono i temi più richiesti in questo momento di ripartenza? Su quali aspetti del lavoro le aziende e i professionisti cercano più indicazioni e ispirazione – considerando le nuove necessità di lavoro in modalità “ibrida” o tutta da remoto?
(Es: gestione del cambiamento, gestione del team/della rete, affiancamento, relazione col cliente, assistenza al cliente, organizzazione del lavoro e del tempo in smart working, skills tecnologiche…)

Nel mio campo (formazione ai media digitali) ho avvertito la necessità di un approfondimento su tutto ciò che riguarda la presenza online e l’e-commerce.
Per esempio, i proprietari di piccole attività – duramente colpiti dai mesi di chiusura – possono trovare un parziale riscatto attraverso il commercio elettronico.
Molti non avevano mai provato questa strada e adesso devono recuperare di corsa, colmando un gap che già prima della pandemia li penalizzava molto sul mercato.
Fra le attività formative che mi sono state richieste c’è anche la gestione del sito web e le campagne pubblicitarie su Google Ads.
Un’altra sfida è senza dubbio la relazione con il cliente. Faccio un esempio paradigmatico: quando ci sono problemi con la spedizione di un articolo ordinato online, avere qualcuno che risponde velocemente e si preoccupa del buon esito della consegna può fare la differenza. Siamo tutti un po’ stufi di parlare con voci registrate e trascorrere ore a districarci nei labirinti del call center. Dopo tanti mesi di isolamento, la relazione umana è diventata ancora più essenziale, soprattutto quando si sceglie un prodotto o servizio online.

 

3.    Formatori (o realizzatori di eventi): come cambia la loro preparazione – sia nei contenuti che per le modalità di veicolazione?
(Es.: modo di rivolgersi al pubblico, messaggi da veicolare, riorganizzazione dei contenuti, interazione con i partecipanti…)

Come accennavo in precedenza, i contenuti complessi vanno “spezzettati” in pillole che siano più facili da assimilare. Purtroppo, la parte pratica della formazione in aula viene molto penalizzata: nei miei percorsi ho quindi previsto di dare dei compiti da svolgere offline che saranno poi valutati e riportati in aula per commentarli insieme.
L’interazione – che in aula è fondamentale – è un altro tasto dolente. Fra connessioni instabili, sovraccarico delle piattaforme e divario digitale (c’è sempre qualcuno che non riesce a connettersi o ad azionare il microfono) comunicare diventa più faticoso. Il docente deve essere molto disponibile, ma anche saper dosare la quantità di interazione possibile in un contesto che è molto diverso dall’aula fisica.
Infine, un ultimo cenno. Non sono un’amante della fruizione asincrona dei contenuti, ma è un dato di fatto che ci siamo abituati a poter accedere alle informazioni in qualsiasi momento e con qualsiasi device. Nella situazione attuale i committenti (penso agli enti che erogano i corsi e che si avvalgono di collaboratori esterni per contenuti specifici) possono ottenere di più dal formatore.
Infatti, possono vendere la lezione online e anche la registrazione della lezione stessa. Potenzialmente, un unico contenuto può essere registrato, editato e riutilizzato.
Per noi formatori non è una notizia molto bella, ma per chi vuole imparare si apre una gigantesca finestra di opportunità. Troverete molti più corsi e a un prezzo più basso. Approfittatene!