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Dal volume N° 23

DIECI VOLTE WORLD BUSINESS FORUM

COMPIE UN DECENNIO L’EDIZIONE MILANESE DEL PIÙ GRANDE EVENTO DI FORMAZIONE MANAGERIALE D’EUROPA. I MIGLIORI RELATORI DEL MONDO, DA ANDRÈ AGASSI A TOM PETERS, PER RIBADIRE UN CONCETTO CHE NON È SOLO UN SLOGAN: BUSINESS MIGLIORE, MONDO MIGLIORE

 

Intervista a Diego Gil, Europe managing director Wobi

A CURA DELLA REDAZIONE

 

Il World Business Forum di Milano festeggia quest’anno il suo decimo anniversario. Quali sono gli elementi che hanno garantito la longevità di questo evento?

HSM, che organizza il World Business Forum, ha alle spalle una storia ventennale nel settore della formazione manageriale. Ha sede nelle principali città del mondo, e in questi anni è diventata un punto di riferimento e un’ispirazione per la business community mondiale (vedi anche V+ numero 18, ndr).

Quali sono gli elementi che hanno garantito la nostra longevità in Italia? Beh, abbiamo i migliori contenuti di management del mondo e questo è il nostro primo e principale elemento di forza. Poi, nonostante la crisi, non abbiamo ridotto (anzi, abbiamo fatto il contrario in alcuni casi) gli investimenti di marketing e operation, in particolare nel caso degli speaker. Non sottovalutiamo il nostro team affiatato e con un focus molto chiaro, che fin dal primo giorno è proiettato in un’unica direzione e lavora sodo.

Nella presentazione del Forum sul vostro sito, www.wobi.com, date una definizione significativa di che cosa sia e debba essere il management: non una “macchina” per avere risultati, ma il cuore di ogni sforzo umano, il filo invisibile che lega ispirazione e creatività, individuo e gruppo, tentativi ed errori, volontà e successo. Vale per qualsiasi business, al di là del mercato, al di là dei tempi difficili?

Viviamo tempi di certo non facili, in cui bisogna evolvere continuativamente. E per quanto la tecnologia sia sempre più avanzata, niente può ancora sostituire l’essere umano nella gestione delle persone e delle criticità. Bisogna avere un occhio aperto sulle innovazioni, non temerle ma dare loro una chance, contemplando anche la possibilità di sbagliare per poi ricominciare a tentare. È la ricetta che cerchiamo di promuovere sia al World Business Forum che sul nostro portale wobi.com.

Il Forum ha uno slogan speciale: “Unisci i punti, crea la tua traiettoria, apri i tuoi orizzonti”. Ci spiega il significato?

È la nostra formula per il successo, personale e professionale: vogliamo che chi partecipa al World Business Forum riesca ad acquisire spunti differenti, che legga i collegamenti tra i diversi speech e usi questo bagaglio per crearsi una strada, aprire gli orizzonti e chissà, valutare cose a cui non aveva mai pensato prima.

Come deve concretizzare questi obiettivi un manager o un venditore?

Al WBF forniamo degli spunti, per creare non solo aziende migliori, ma persone migliori. I manager o i venditori che partecipano devono tirare le somme, capire come possono tradurre nella loro realtà quotidiana tutto quello che hanno appreso durante le due giornate di evento. Ognuno, ascoltando le parole degli speaker, può avere una interpretazione assolutamente personale e unica. L’aspetto più importante è che i partecipanti, dopo aver assistito al Forum, si ritrovino a essere persone diverse. Se capiscono che cambiando il loro modo di pensare, interpretare, rapportarsi possono dare la svolta definitiva che stavano cercando al loro business… sarà valsa la pena fare tutti questi sforzi per tutti questi anni.

Anche quest’anno il World Business Forum di Milano si caratterizza per una scelta di relatori di altissimo livello. Alcuni li abbiamo intervistati e conosciuti anche su V+. Ce li vuole presentare ufficialmente?

Per festeggiare il decimo anniversario, abbiamo scelto di affidarci a speaker riconosciuti a livello mondiale. Il primo è Andrè Agassi, una leggenda del tennis mondiale, che parlerà di sport e ispirazione, raccontando la sua esperienza. Per l’ambito geo-politico-economico, con un focus sulla situazione europea – un tema sempre presente duranti i nostri eventi – avremo l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, mentre il tema della leadership verrà affrontato da Tom Peters, esperto indiscusso di management, e da Susan Cain, che si soffermerà sui leader introversi. Un altro grande personaggio è Kevin Roberts, global Ceo di Saatchi and Saatchi (vedi l’intervista nelle pagine seguenti, ndr). Analizzerà la relazione tra brand e consumatore. Daniel Pink, invece, si concentrerà sulla creatività e sulla motivazione. Non dimentichiamo, inoltre, l’innovazione: avremo sul palco il designer Mauro Porcini, Chris Anderson, ex editor in chief di Wired e ora a capo di una azienda di droni, e Luke Williams, esperto di pensiero dirompente. Alex Ròvira, uno degli autori più letti in Spagna, spiegherà l’importanza delle crisi come fonti di crescita, mentre Martin Lindstrom, il maggiore esperto mondiale di neuro marketing, spiegherà come entrare nella mente del consumatore. Ospiteremo, infine, Paolo Ainio, fondatore di Banzai, prima azienda italiana di e-commerce, e Peter Korsten, vicepresidente e socio di Ibm.

Proprio secondo uno di questi relatori, Tom Peters, un manager organizza e spiega, un leader coltiva (i talenti) e migliora (le persone). È questa la strada che deve seguire il business in futuro?

Certamente. Un manager moderno non deve solamente avere delle capacità tecniche, ma come leader deve far crescere i collaboratori, essere, insomma, un coltivatore di talenti, una guida che ottiene il massimo dal potenziale di chi lavora con lui. Come dice Susan Cain, “un bravo leader deve essere capace di far emergere dal proprio team le idee migliori, non quelle delle persone che parlano più forte”. In fondo, tutto viene riassunto nello slogan di WOBI, no? “Business migliore, persone migliori, un mondo migliore”!

Uno dei fili conduttori del WBF sarà quello dell’eccellenza: quando un manager o un leader possono dire di averla raggiunta?

Come dice uno dei nostri speaker, Ken Blanchard, che ha partecipato al WBF nel 2006, nel suo libro La leadership per l’eccellenza, i leader raggiungono l’eccellenza quando riescono a far fruttare al massimo le proprie capacità e quelle dei loro collaboratori, così che la loro organizzazione acquisisca una mentalità orientata alle risorse umane, focalizzata sul cliente e guidata dai risultati.

Cosa rappresenta quindi l’eccellenza per un manager? Avere successo con il cliente, successo con i dipendenti e successo con gli investitori. E per un venditore che cosa rappresenta l’eccellenza?

Un venditore raggiunge l’eccellenza quando è in grado di creare un rapporto con il cliente e coinvolgerlo a tal punto che è lui a cercare il venditore e non il contrario. Quando, dunque, diventa un punto di riferimento, una figura con la quale scambiare idee, imparare, crescere, anche a livello umano e non solo in sede di trattativa.

Parlerete anche dei brand e di rapporto con i consumatori, perché in futuro interagiranno sempre di più. Quali possibilità vede in questo senso?

Ormai la relazione che viene stabilita tra i consumatori e i brand è una relazione one-to-one, un rapporto diretto e reciproco. I filtri sono sempre meno. A differenza dell’approccio del marketing tradizionale, non è importante analizzare e interagire con ampi segmenti di consumatori, ma è fondamentale focalizzarsi su target molto precisi, per tessere un filo diretto tra l’azienda e ogni consumatore attraverso più canali.

Un’azienda deve, quindi, saper generare una relazione continuativa tra brand e consumatore, coinvolgendo quest’ultimo in progetti a lunga scadenza che offrano dei benefici immediati e diano un senso di appartenenza ed esclusività. Questi sentimenti lo legheranno al brand nel lungo periodo. Martin Lindstrom, Kevin Roberts e Daniel Pink avranno qualcosa di interessante da raccontarci sull’argomento.

Prosegue con l'intervista esclusiva a Kevin Roberts, global Ceo di Saatchi & Saatchi: