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Bottiglie "parlanti"? È advertising of things

 

 

In questi giorni se ne fa un gran parlare: soppianterà, dicono, la vecchia pubblicità online.

Ma che cos'è?

Jgwzmedia.com fa un esempio perfetto: l'advertising of things è il frigo che manda un tweet per comprare il latte che è finito.

L'espressione "advertising of things" si sviluppa da un altro termine, altrettanto chiacchierato, che è "internet of things" e che molti presentano già come realtà.

L'"internet delle cose" è una rete dove non solo le informazioni, ma anche gli oggetti sono connessi a internet e "partecipano" al sistema. Un altro esempio molto semplice sono le luci di casa che si accendono o si spengono via smartphone. La cosa interessante, infatti, e di cui forse non ci rendiamo già più conto, è che l'internet delle cose è parte del quotidiano, e nel quotidiano, con i device giusti, ci aiuta a risparmiare (soldi, energia...) e a eliminare le piccole seccature. Sempre Jgwzmedia calcola che, entro il 2020, l'internet delle cose si sarà ingrandito a 212 miliardi di dispositivi connessi per un mercato di 8,9 milioni di miliardi (!).

Torniamo alle aziende e all'advertising, che si trasforma sempre di più in "advertising of things".

Dispositivi che invieranno al cliente un'offerta speciale non appena un prodotto si esaurisce.

Dispositivi che, sulla base di dati raccolti, ci informeranno di quando il cliente è più probabile che acquisterà.

Dispositivi che richierederanno alle aziende di raccogliere dati sui clienti sempre più velocemente per poter funzionare a pieno regime e introdurre sul mercato prodotti e servizi al momento giusto.

L'advertising delle aziende non sarà più l'annuncio cliccabile sul sito web istituzionale o sui banner, ma il viatico per offrire servizi strettamente collegati ai dati degli oggetti connessi.

Sembra tutto fantascientifico, e un po' lo è. E ci sono implicazioni di sicurezza (proteggere i dati), gestione interna, implicazioni anche nel modo di vivere: le aziende diventeranno grandi "esseri digitali" e saremo costantemente interconnessi?

Ma scopriamo gli esempi finora più riusciti.

Nel 2012 British Airways fa comparire a Londra, in Piccadilly Circus, un grande "cartellone pubblicitario" con un bambino che compare e guarda in alto (in real time) ogni volta che un aereo gli passa sopra. L'hashtag è #lookup ("guarda su").

Guarda il cartellone in movimento.

Anche l'agenzia pubblicitaria svizzera Jung von Matt/Limmat AG, per attirare i passanti di Zurigo e invitarli a lasciare la città per una rilassante gita nella località di montagna di Vrin, nel cantone Graubünden, ha ideato un cartellone "vivente": un cordiale signore con la barba e uno splendido paesaggio alle spalle chiede loro - in diretta streaming - di raggiungerlo, e nel frattempo una macchinetta al di sotto  stampa un biglietto per il treno. Non resta che partire e raggiungerlo!

Guarda le reazioni dei passanti.

Secondo il Guardian, uno degli esempi di migliore advertising of things è Nike+, una collezione (Nike la chiama "ecosistema") di app e dispositivi per l'allenamento e la misura delle prestazioni fisiche. La community di Nike+ ha già 38 milioni di partecipanti, che condividono più che volentieri un'enorme quantità di dati su loro stessi, senza il sentore della pubblicità diretta e fastidiosa. I potenziali, nuovi utenti vengono attirati da altri utenti, ed è molto più facile fare marketing. Il tempo di promuovere un paio di scarpe semplicemente mostrandolo e lodandolo è finito.

Anche il mercato dell'automobile è pieno di possibilità: Toyota ha lanciato una campagna in Svezia per dissuadere chi è alla guida dall'usare il telefono mentre è al volante. Lo smartphone, una volta impostato, interagisce con l'autoradio che "si assicura" che il dispositivo sia in modalità "Aereo" e quindi "in pausa". Un modo per le aziende di mandare messaggi intelligenti, oltre che centrati sul brand.

Guarda il video: è incredibile.

"Cosa diresti se una bottiglia potesse comunicare con te?". Diageo e Thinfilm Printed Electronics hanno creato un'etichetta per il whisky Johnnie Walker Blue Label che, se letta da uno smartphone, fornisce info utili, sul prodotto, i punti vendita, i modi migliori di berlo, ma anche avvertendolo in caso di manomissione della confezione. Una bottiglia che è un "medium".

Leggi la bottiglia intelligente.