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Valeria Tonella Valeria Tonella

Amazon batte Google: si passa meno dai motori di ricerca

 

Bizjournal titola: "I consumatori non googlano più i prodotti, li cercano direttamente su Amazon".

Premesso che presto avremo un verbo equivalente a "googlare" anche per il gigante dell'e-commerce (in inglese si dice e si scrive già "to amazon"), la tendenza è chiara: alla ricerca di gadget o regali tecnologici, gli utenti del web, lasciano stare gli infiniti motori di ricerca e vanno direttamente alla piattaforma d'acquisto.

Lo mostra anche un sondaggio di BloomReach (su 2 mila consumatori americani): al momento di comprare, il 44% dei consumatori clicca direttamente su Amazon (nel 2012 erano il 30%), contro il 34% che prima usa i motori di ricerca (Google, Bing, Yahoo).

Perché?

Perché chi va su Amazon sa di poter ricevere un prodotto entro pochissimi giorni ormai, a volte anche in un giorno solo negli Usa. Ritiene che Amazon sia "il migliore retailer online" quando si tratta di personalizzare gli acquisti. Proprio la "personalizzazione tecnologica" sarebbe la causa di questo sorpasso, ha scritto BloomReach. I motori di ricerca hanno fatto la loro grande parte rendendo la scoperta di prodotti sul web intuitiva, conveniente e realizzabile in qualsiasi momento. Ma se i retailer, dice BloomReach, vogliono rallentare il predominio di Amazon, devono integrare una tecnologia che elimini qualsiasi ostacolo al passaggio degli utenti sul canale web e sui vari siti.

Negli ultimi mesi, Amazon ha puntato molto su Amazon Prime, un abbonamento annuale conveniente per chi acquista spesso sulla piattaforma. Bene, nel 2014 questo servizio ha avuto un incremento del 150% nelle sottoscrizioni, pari a 50 milioni circa di abbonati. Chi fa l'abbonamento Prime (99 dollari l'anno) spende circa 1.100 dollari (sempre annuali) per spese varie, contro i 700 dollari medi dei non iscritti.