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Dal volume N° 52

Abbasso il fake

 

Lo studio si chiama In News We Trust e, su oltre 16 mila consumatori di otto Paesi, rileva che il 75% è più propenso che in passato a cercare notizie da fonti affidabili e di qualità. Vale anche per la pubblicità: Teads, startup di servizi adv online che ha realizzato l’indagine, ha chiesto agli intervistati se la qualità degli spazi pubblicitari abbia un maggior impatto sulla memoria delle persone, e più del 45% ha risposto di sì.
Attenzione, però: tra tutti i media considerati per “consumare” notizia, pubblicità e contenuti vari dei brand, i social media sono visti come i meno affidabili: le parole associate più diffusamente ai social network sono “sensazionalismo” (28%) e “fake” (26%).
La maggioranza legge notizie da una a cinque volte al giorno, usando soprattutto il web e la televisione: il 59% degli italiani recupera le news sullo smartphone (vs 55% Usa e 51% Regno Unito).
Oltre che sulle notizie, ci si focalizza anche sugli annunci pubblicitari soprattutto televisivi che si impongono rispetto a quelli sulla stampa e online. A livello globale, la pubblicità in tv resta quella di cui si ci ricorda più facilmente – anche se i giovani dai 16 ai 24 anni preferiscono il web senza alcun dubbio.

(fonte: BitMat)