Diario dal World Business Forum: guerra di talenti, Amazon, pause di fiducia
L’INCREDIBILE È POSSIBILE - “THE INCREDIBLE NOW”: A WOBIMI 2021
LA RIPARTENZA È VISIONE (ED ESECUZIONE)
Certo, in sala i posti erano meno di “prima”: ma tutti occupati.
Certo, “fa strano” fare networking con la mascherina: ma finalmente ci si incontra!
Certo, qualche oratore ti avvince più di un altro: ma “ti prendono” tutti, e ti lasciano molto.
Insomma: siamo di nuovo al World Business Forum per il classico evento annuale, siamo in presenza e siamo quasi sorprese dall’effetto che fa.
Fino a pochissimo tempo fa non era scontato – e infatti in redazione ci siamo organizzate anche per la partecipazione in streaming. Ma il team WOBI ci ha creduto e hanno lavorato sempre come se la presenza non fosse in discussione. Una scommessa vinta: già vedendo negli occhi di molti partecipanti un mix di stupore e sollievo - specie la prima mattina, alcuni sembravano quasi spaesati nel movimento delle prime pause!
Ho colto proprio le primissime ore per parlare con alcuni ospiti e alcune delle aziende presenti come sponsor con gli stand: la gente all’inizio si è mossa lentamente e gli interlocutori, oltre ad avere tempo di parlare, sembravano un po’ sorpresi e molto felici di farlo (poi tutti si sono rilassati e pur rispettando le precauzioni, gli incontri e le chiacchiere si sono fatti vivacissimi).
Ne eravamo certi, ma ne abbiamo avuto conferma: gli eventi dal vivo coinvolgono in modo diverso e incomparabile – e il networking “fisico” non sarà mai sostituito da uno zoom.
A questo dato empirico si è poi ovviamente aggiunta la qualità dei temi e degli interventi, con alcune conferme e alcune sorprese.
Il tema “The Incredible NOW” ha offerto interpretazioni diverse: tutte puntate al nuovo modo di vedere e (ri)affrontare le cose.
In qualche modo questo concetto va ben oltre quello, fin troppo usato in questo ultimo anno, del “new normal”. Molti sembrano infatti dare per scontato che quello che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo sia e sarà la nostra normalità: ma come non vederci un (pesante) tratto di rassegnazione? Dovremmo insomma fare sì dei cambiamenti, ma per adattarci: un obiettivo demotivante a mio avviso, e anche miope.
Costruirci una nuova normalità mi sembra una tattica confortante, per carità, comprensibilmente umana; ma per andare oltre, pur convivendo con la situazione pandemica, dobbiamo sapere – e volere – guardare più in là. Dobbiamo voler guardare e fare “oltre” non solo nel tempo, ma oltre i limiti oggettivi e mentali che questa situazione provoca. Dobbiamo indossare lenti nuove.
In questi due giorni si è parlato di visione e esecuzione, attraverso tanti punti di vista diversi ma collegati. Ecco una supersintesi degli appunti presi.
TALENTO
LYNDA GRATTON
Da più di 30 anni, docente alla London Business School, esperta del futuro del lavoro. Autrice di bestsellers, tra cui Il salto – Reinventarsi un lavoro al tempo della crisi e La nuova longevità – Un modello per prosperare in un mondo che cambia.
• Prima della pandemia, le aziende erano bloccate nel loro status quo; questo momento le ha “scongelate”, modificandone l’aspetto e l’organizzazione; prima che si “congelino” di nuovo, apportiamo dei cambiamenti. Cosa vogliamo diventare? Perché non torneremo a quello che eravamo prima. Si parla di “reingegnerizzare” il lavoro del futuro: meno ufficio, più flessibilità.
• Trend all’orizzonte sul lungo termine
La longevità: l’aspettativa di vita, ogni dieci anni, aumenta di due, e non c’è evidenza che il Covid abbia cambiato questo dato. Se ci possiamo aspettare ragionevolmente di vivere fino a cento anni e di rimanere produttivi fino a 75 anni, come si acquista, come si vende in Paesi in cui l’età media è così alta? Come si lavora? Potremo iniziare un’impresa a 50 anni. Non sarà più la vita fatta di scuola, lavoro, pensione, in quest’ordine, ma una vita “multi stage” o “multi fase”.
Le tecnologie: non è provato che i robot distruggano il lavoro, certamente lo cambiano: gli operatori bancari non sono spariti, sono diventati relationship manager, per una interazione con i clienti più sofisticata. I robot non si occupano di customer service o problem solving complesso. Pensiero critico, creatività, ascolto attivo: sono caratteristiche umane, e saranno fondamentali.
I talenti: c’è carenza di manodopera, c’è una guerra di talenti. Le aziende stanno investendo tantissimo. Dobbiamo valutare se e come dare flessibilità: sul dove (da remoto?), sul quando (settimane brevi?), sul quanto (stipendio). Nel post pandemia, servono dei “deal”, degli accordi con i lavoratori, e dei programmi di “reskilling”, perché imparino un lavoro diverso o in modo diverso.
La frase che ci è piaciuta
Aziende come Microsoft e IBM hanno investito decine di milioni di sterline nel reskilling dei lavoratori: se apprendono cose nuove, lavorano in modo nuovo.
INNOVAZIONE
MARIANGELA MARSEGLIA
Vice President e Country Manager di Amazon Italia e Spagna
• L’innovazione passa per l’inclusione: significa crearsi dei team anche “sgradevoli”, con collaboratori diversi per cultura e pensieri che sfidino i leader, perché tutti possono avere una buona idea. Impariamo ad ascoltare.
• L’innovazione passa per i micro cambiamenti quotidiani sui quali anche Amazon si fonda. Cambiamenti che nascono spesso da persone lontane dagli uffici, ma vicine sui processi, anche nei magazzini. Ogni giorno riceviamo suggerimenti e segnalazioni: le email di Amazon sono pubbliche, anche la mia e quella di Jeff Bezos!
• In Amazon ognuno può presentare la sua idea: è il cosiddetto metodo “Six Pager”. Abbiamo abolito PowerPoint. Scriviamo documenti di 6 pagine, leggibili in 30 minuti, molto dettagliati, che aiutano la discussione del team: se non sei un bravo presentatore ma hai una buona idea, può “uscire” meglio. Ogni riunione inizia con 30 minuti di silenzio, in cui si leggono questi documenti, e solo dopo parte la discussione.
• In Amazon prendiamo decisioni spesso “perfettibili”: se aspetti le decisioni perfette, ti muovi tardi, meglio fare e poi aggiustare. La maggior parte delle decisioni sono reversibili e vanno prese in fretta: Amazon Prime Now (migliaia di prodotti consegnati in un’ora) è stato realizzato in 111 giorni.
• Amazon non vuole essere l’azienda più di successo al mondo, ma l’azienda in cui sia più facile fallire: se ti preoccupi del fallimento, sarai timido negli investimenti e nei nuovi tentativi. Bisogna fallire velocemente, imparare velocemente, innovare velocemente. Impara dai tuoi errori, e trasformali in nuovi servizi per i tuoi clienti. Fire Phone, il telefono di Amazon pensato per fare concorrenza a Apple, è stato sul mercato pochi mesi, non l’ha comprato quasi nessuno, ma ci ha dato grandi insegnamenti sull’uso della voce che ci hanno permesso di lanciare Alexa. Dal fallimento di Fire Phone è nato il successo di Alexa.
• Il “no” del cliente è focale, è lo stimolo per correggere e ripartire. Jeff Bezos dice che “i clienti sono sempre divinamente insoddisfatti”.
La frase che ci è piaciuta
Nel 2019 Amazon si è impegnata ad abbattere le emissioni nette di carbonio nel 2030, con dieci anni d’anticipo sugli accordi di Parigi. Hanno aderito al progetto 200 aziende: lavorare per l’ambiente da soli non ha senso. Bisogna collaborare.
FIDUCIA
RACHEL BOTSMAN
Docente all’Oxford University. Autrice di libri come Il consumo collaborativo e Di chi possiamo fidarci? È stata riconosciuta come uno dei 30 pensatori più influenti nel mondo del management e ha ricevuto il titolo di Young Global Leader dal World Economic Forum. I suoi TED Talks sono stati visualizzati più di 5 milioni di volte.
• Gli ultimi due anni hanno dimostrato quanto sia focale la fiducia, a ogni livello. Dobbiamo “reiniettare” la fiducia nelle nostre vite, a partire da noi stessi, poi nel team e nell’azienda.
• La fiducia ci aiuta a superare le difficoltà, e ad affrontare problemi anche importanti. Identifica le aree della tua vita dove manca la fiducia: per esempio, non ti fidi dei collaboratori e li controlli troppo? Invii email mettendoli in copia conoscenza nascosta? Scrivi le condizioni di contratto piccolissime, così che i clienti non le leggano? Allora devi fare un salto, il salto della fiducia (trust leap), oltre l’ignoto e l’incertezza. Con la fiducia, ci prendiamo il rischio di fare cose nuove o diverse, e miglioriamo.
• Se ci troviamo in situazioni in cui non abbiamo nessuna informazione o poche informazioni (come la pandemia), ci affidiamo alla pancia, all’istinto, con il rischio di cadere vittime di preconcetti. Fai una “pausa di fiducia”: rifletti, su di te o sugli altri. Rallenta: la fretta è nemica della fiducia.
• Se la fiducia viene meno (crisi), interroghiamoci sul perché sia successo: disconnettiamoci, approfondiamo, cerchiamo informazioni, e poi riconnettiamoci e ripariamo. Non è sempre questione di capacità: la crisi può essere legata alle intenzioni non allineate o alla percezione che manchi l’affidabilità o l’empatia dall’altra parte. Queste crisi sono più difficili da riparare, ma bisogna provare.
• Per guadagnarsi fiducia come leader, bisogna avere la forza di dire “Non lo so”, “Non sono sicuro”, “Mi sono sbagliato”. Non c’è spazio per l’arroganza: solo con l’umiltà, guadagni fiducia.
La frase che ci è piaciuta
La fiducia si costruisce con gesti coerenti, giorno dopo giorno. Piccole azioni che davvero importano.