Pillole
Parole che puoi smettere di usare (tanto non dicono più nulla)
Lo sappiamo: ci sono parole che ormai, a forza di usarle, non dicono quello che dovrebbero dire. Le presentazioni aziendali o professionali ne sono così piene che, quando le leggiamo, non ci trasmettono niente di niente.
Suona come una analisi disfattista, ma non lo è. Fateci caso, la prossima volta che leggete un profilo Linkedin o un sito web.
Lasciando da parte l'aziendalese e tutto ciò che di brutto ha portato nelle conversazioni business, ricordiamo:
- Grande esperienza. Sì... ma "grande" quanto? Cinque anni, dieci anni, venti? e, in ogni caso, potresti non essere il migliore nel tuo lavoro. Di' quello che hai raggiunto, e chi legge valuterà.
- Leader. Attenzione: non stiamo asserendo che la leadership non abbia più importanza o che la parola non abbia un suo significato autorevole, ma che spesso la usiamo senza saper bene perché. Se nel tuo cv ti definisci un leader o indichi che hai una "grande esperienza di leadership"... cosa stai comunicando? Niente, in effetti. Sarebbe molto meglio elencare i lavori o i progetti che ti hanno fatto sviluppare doti di leadership. Non serve tirare anche la giacchina di chi legge dicendogli: "Ehi, sono un leader!".
- Motivato. Tutti, secondo i nostri cv, siamo motivati: è ovvio che non dici all'azienda in cui vuoi lavorare che sei una persona pigra e svogliata. Anche se elogi la tua motivazione, i datori di lavori la vedranno solo quando sarai all'opera. Non possono crederci sulla fiducia.
- Entusiasta. Come sopra. In più rischi di fare la figura dell'esaltato. Lo stesso vale per la categoria di aggettivi tipo serio, zelante, "gran lavoratore" (what?)...
- Di successo. Un epiteto di solito attaccato ad "azienda". Ma cosa dimostra che lo sei, che lo siete? Hai dei risultati? Scrivi quelli.
Postilla: nel profilo Linkedin di Richard Branson la parola "creativo" non compare mai... è se non è creativo lui!
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