Strategie e tecniche


Valeria Tonella Valeria Tonella

Le modelle di Victoria's Secret sono... troppo vestite: è polemica

Se una modella di lingerie veste lingerie ma non dovrebbe, mi infiammi le clienti. La nuova campagna di Victoria's Secret non è piaciuta, almeno non con lo stesso entusiasmo che di solito viene rivolto ai prodotti dell'azienda: le donne sognano, guardando le modelle di Victoria's Secret, e le clienti del marchio ormai sono consapevoli che le modelle hanno una bellezza irraggiunbile. Ma va bene così. Anzi, proprio così il marchio ha assunto la sua aura, diventando sinonimo di "abbigliamento intimo caro ma very cool e sexy".

I problemi sono nati quando l'azienda ha voluto togliere ai prodotti questa aura e inserirli in un contesto quotidiano: la proposta è quella di indossare la lingerie anche per uscire tutti i giorni, mostrandola sotto abiti "comuni".

La campagna recita testualmente: "Porta la tua lingerie fuori di casa".

La lingerie nel tuo armadio da "vita di tutti i giorni"? Mmm...

Non ha funzionato. Il brand è un brand di intimo, e non ci si aspetta di indossarlo per strada o al supermercato. O meglio... sì, ma non rendendolo visibile.

Il problema non è il prodotto, ma come è stato contestualizzato.

"Un messaggio davvero brutto da mandare alla maggior parte del vostro target, adolescenti o ragazze giovani: quello è il modo di vestire in pubblico? No, è lingerie".

"Amo voi di Victoria's Secret, ma no".

"Non si può uscire così. Non ha senso".

"Da quando è appropriato andare in giro mostrando il reggiseno?".

"Dovreste fare vestiti normali, se volete che la gente li mostri in pubblico. Altrimenti, la lingerie è fatta per essere messa sotto i vestiti o in camera da letto".

"La prossima idea qual è? Andare via in mutande?".


Uno dei capi "incriminati": i "long line bralette", reggiseni con, in più, una fascia sotto che, secondo VS, li rende dei top da portare comodamente sopra ai jeans o sotto a una giacca (senza nient'altro)